L’articolo apparso sulle pagine del The Guardian
Sulle norme anti-gay si attende una posizione della FIFA
NOTIZIE (Buenos Aires). Nelle prossime riunioni in seno alla FIFA, la questione razzismo, includendo le discriminazioni nei confronti degli omosessuali, sarà senza dubbio inserita alla voce “ultimissime” di questo strano mondo del calcio troppe volte ricco di bassi più che di alti.
I bassi, in questo senso, riguardano i prossimi due paesi ospitanti i Campionati del Mondo, e più precisamente la Russia nel 2018 e il Qatar nel 2022. I governi di entrambi gli stati, infatti, sono palesemente contrari alla tutela della comunità omosessuale all’interno del loro territorio, una posizione che di certo non combacia con lo spirito di solidarietà e massima tolleranza che dovrebbe contraddistinguere un paese ospitante di una simile manifestazione internazionale.
Il nodo sta però venendo al pettine mano a mano che i mesi passano e Piara Powar, direttore di Football Against Racism in Europa e membro della task forze insieme all’ex presidente della Football Association, David Bernstein, ha dichiarato che proprio questa settimana la questione verrà sollevata in una riunione apposita. “Il Qatar è uno dei pochi paesi in cui l’omosessualità è ancora illegale – ha dichiarato – siamo convinti che grazie al calcio questo limite possa essere abbattuto, in Qatar così come nel resto dei paesi del Golfo e del Medio Oriente”. Il Qatar è comunque ancora lontano, mentre ciò che preme maggiormente gli addetti ai lavori è la situazione che si respira in Russia: “C’è una forte componente relativa ai diritti civili, ossia le tutele di cui ogni atleta e ogni sostenitore deve necessitare partecipando a una simile manifestazione. Garantire questi diritti è la nostra sfida” ha concluso Powar. In realtà la problematica è di forte attualità, anche in vista delle Olimpiadi Invernali di Sochi del 2014. Il CIO ha ottenuto rassicurazioni scritte, da parte del Comitato Organizzatore russo, sul fatto che “tutti saranno i benvenuti a Sochi, indipendentemente dal loro orientamento sessuale”; ci ha pensato però Alexey Sorokin, numero uno degli organizzatori dei Mondiali 2018, a gettare benzina sul fuoco dichiarando, poco tempo fa, che l’omosessualità gli ricordava il nazismo come male da dover eliminare.
Insomma, la tensione è altissima e la task force nominata proprio per scongiurare pesanti episodi di razzismo negli anni a venire e capeggiata dal presidente della Concacaf, Jeffrey Webb, ripone le proprie speranze nell’inamovibilità della FIFA, organo potente che potrebbe anche adottare decisioni drastiche per far sì che le leggi anti-razziali possano essere rispettate. Bisognerebbe però dirlo a chi della FIFA è il capo, l’eterno Sepp Blatter, che sull’argomento ha evitato commenti e del quale ancora si ricorda l’invito ai gay di astenersi dall’attività sessuale durante i mondiali…