di Giovanni Bensi
In una tale situazione di indeterminatezza la stampa e gli analisti russi si sbizzariscono a fare supposizioni sulla composizione del nuovo consiglio dei ministri e a formulare ipotesi sulla sua futura attività. I giornalisti russi intanto continuano le speculazioni che riguardano la longevità del tandem Putin-Medvedev che, a quanto pare, almeno all’inizio continuerà a funzionare, naturalmente, a parti rovesciate. Per Medvedev addirittura c’è chi prevede dimissioni a breve termine dalla carica che non ha ancora assunto.
Come causa di possibili future dimissioni di Medvedev alcuni commentatori indicano le costose promesse preelettorali di Putin che Medvedev come premier non sarà in grado di mettere in pratica. Così l’aumento delle pensioni senza aumento dell’età pensionabile, l’aumento dello stipendio degli statali, delle borse di studio, dei sussidi speciali, farebbero crescere le spese di cinque trilioni di rubli, il che rappresenta l’8% del PIL nel 2012, ovvero il 5% del volume dell’economia russa, quale è stato pronosticato per il 2018, scrive la “Nezavisimaja gazeta”.
I conti dello stesso Putin sono più modesti: le promesse preelettorali costeranno all’erario 850 miliardi di rubli all’anno, cioè l’1,5% del PIL. Ma in ogni caso, rileva la “Nezavisimaja gazeta”, il bilancio federale ha bisogno che il prezzo medio annuo del petrolio non sia inferiore a 130 dollari al barile. Ma secondo i pronostici degli analisti, nel 2013 il petrolio russo della marca “Urals”, che attualmente viene trattato al livello di 120 dollari al barile, può abbassarsi fino a 100 dollari. Per questo, continua il giornale, già prima della fine di quest’anno Medvedev si scontrerà con l’aumento impetuoso del deficit di bilancio e se non riuscirà a dominare pienamente la situazione, verrà richiamato a svolgere la funzione di premier l’ex ministro delle finanze Aleksej Kudrin, già silurato” da Medvedev e ora “in disgrazia”.
Alcuni media russi sono andati anche oltre affermando che la nomina di Medvedev a primo ministro potrebbe anche non esserci. Così all’inizio di febbraio la stampa scrisse che il nuovo governo potrebbe essere guidato dall’attuale vicepremier e alto dirigente di “Russia Unita” Igor Shuvalov. Gli analisti hanno indicato anche in qualità di possibili candidati a vicepremier Dmitrij Kozak (responsabile per le Olimpiadi del 2014 a Soci), il sindaco di Mosca Sergej Sobjanin, il miliardario Mikhail Prokhorov, già concorrente di Putin alle presidenziali. Il settimanale “Ogonjok”, in particolare, ha fatto tutta una sistematizzazione delle numerose “voci” sulle future nomine. Putin ha decisamente respinto le voci secondo cui Medvedev potrebbe non avere il posto di premier.