Clemente Russo ha superato per 15-13 l’azero Taymur Mammadov nelle semifinali dei pesi massimi e domani si giocherà la medaglia d’oro delle Olimpiadi di Londra con l’ucraino Oleksandr Usyk.
Per un attimo ci è sembrato di rivedere la celebre saga di Rocky Balboa, leggendario film interpretato da Sylvester Stallone. Tatanka, infatti, inizialmente si ritrovava in palese difficoltà, non riuscendo mai a scardinare la guardia dell’avversario e subendo i pesanti colpi del pugile dell’Est Europa. Al termine del secondo round tutto sembrava perduto: 9-6 per l’azero. Ma proprio come accade nel film, Russo si esaltava nel momento di difficoltà ed iniziava la terza ripresa con rinnovate energie. Questa volta il diretto destro dell’azzurro diventava saettante , gli affondi da lontano fulminei, il gancio sinistro poderoso. Piegato dai colpi del 30enne di Marcianise, Mammadov si piegava sulle ginocchia, accusava la fatica, sentiva il proprio respiro sempre più ansimante. Di contro il campano proseguiva nella sua fantastica rimonta, con l’ultima campana che suggellava un match che rimarrà negli annali. Una vittoria da campione vero, da fuoriclasse autentico.
“Lo avevo detto, sono venuto a Londra per vincere l’oro: ora mi manca solo un incontro“, le prime parole del pugile tricolore. Per Tatanka l’occasione è di quelle ghiotte: battere Usyk, campione del mondo in carica, e conquistare quel trono olimpico perso sul filo di lana a Pechino 2008.
Non ce l’ha fatta, invece, Vincenzo Mangiacapre (superleggeri), superato piuttosto nettamente dal cubano Roniel Sotolongo Iglesias per 15-8. Il campano ha patito la maggiore esperienza del pugile caraibico, non riuscendo a far valere la sua consueta velocità d’esecuzione. A 23 anni, tuttavia, Mangiacapre, che può comunque accontentarsi della medaglia di bronzo, rappresenta senza ombra di dubbio il futuro del pugilato italiano.
OA | Federico Militello