La Ruta 40 è un percorso dal fascino leggendario che si snoda in Argentina per oltre 5000 chilometri lungo il confine cileno, dalla Terra del Fuoco alla Bolivia. Si protrae in parallelo alla catena della Ande ed è divenuta negli ultimi anni una sfida irresistibile per tutti i viaggiatori amanti dell’avventura grazie ai magnifici paesaggi che essa attraversa, ma anche grazie alle culture ricche di storia e di colore che permette di incontrare.
Nicola Neso, trevigiano di 28 anni, una laurea in Lettere a Venezia, ha deciso che proprio la Ruta 40 sarà la sua prossima sfida, un’avventura che si concluderà con un libro reportage per raccontare le mille storie che in questo leggendario percorso hanno trovato cornice. E per raccontare anche la sua di storia, che proprio su questa strada prenderà forma in modo unico e inaspettato.
Per realizzare il suo progetto, Nicola è attualmente alla ricerca di sponsor che credano nella sua determinazione e nelle sue capacità di svelare al pubblico ciò che ai suoi occhi si presenterà in tutta la sua complessità. Nicola non è certo un novellino dei viaggi in Sud America, né del lavoro editoriale. Da quattro anni si occupa di fotografia ed editing in America Latina, e ora è pronto a fare buon uso delle esperienze raccolte per dare forma al suo sogno.
Se di colpo mi si parasse di fronte qualcuno e mi dicesse: “Se mi dai una ragione, ma che sia una sola, per cui vuoi compiere questo viaggio, sono disposto a firmarti un assegno in bianco per la tua avventura”, probabilmente me ne starei muto e assorto, incapace di trovare una e una sola ragione per ciò che voglio fare. Probabilmente, mentre io riordinerei le migliaia di ragioni che mi spingono ad attraversare l’Argentina da Nord a Sud e ritorno, lungo i quasi 5000 chilometri della Ruta 40, cercando di rispondere correttamente alla sua domanda, questo generoso benefattore si sarebbe già stancato e mi avrebbe voltato le spalle. Perderei del tempo preziosissimo, sistemando nella mia mente Francisco Coloane e i cacciatori di balene e i cercatori d’oro e la vita senza speranza alla fine del mondo, e Osvaldo Soriano e il fútbol, Eduardo Galeano e le vene ancora aperte da cui esce l’inarrestabile emorragia dell’America latina e del suo popolo, e Luis Sepúlveda, Maruja Torres i Selk’nam, i chioschi di empanadas nel nulla del deserto, i picchi innevati e le aride steppe battute dal vento (e tante altre immagini da poesia estetizzante), gli Yagan del Cabo de Hornos e l’antropologia sofferta di Joseph Emperaire e dei suoi Alakaluf, l’America india di Manuel Scorza e di José María Arguedas, le solitudini del Chaco e le interminabili ore in corriera, e chissà quante altre cose. E forse anche l’invidia, di fronte alla potenza evocativa e narrativa delle storie raccolte in decine, centinaia di libri. Un irrefrenabile impulso, se vogliamo anche egoistico, che spinge lo scrittore e fotografo a partire, e quelle storie le voglio raccontare io, e quelle immagini le voglio fotografare io. E poi arrivare lì e rendermi conto che la mia Argentina non sarà quella che ho letto sui libri, ma un’altra, che potrò raccontare in prima persona.
Il suo primo incontro con l’America Latina ha avuto luogo in Bolivia. Qui la curiosità di Nicola, la sua avidità di conoscenza e di scoperta, la sua passione nello svelare le storie più intricate non ha mancato di produrre le prime scintille editoriali. Articoli, foto, e poi un libro, “Sartañani-Levantémonos” (edizioni Gruppo Albatros), con cui affronta la storia dei movimenti sociali e sindacali in Bolivia. Dopo non si è certo fermato, ha continuato a cercare le sue storie di paese in paese, di nazione in nazione.
Ho avuto modo di conoscere, dopo una lunga esperienza di vita e di lavoro, la realtà cilena. Ho sfiorato quella argentina, potendo assaporarla solo di striscio, salendo e scendendo da autobus che portavano di meta in meta, concedendo poco al viaggio in sé, per questioni di tempo. Ho sfiorato anche la Ruta 40, potendo solo immaginare cosa sia percorrere quei 5000 chilometri all’interno di un solo veicolo, e potendomi fermare ogni qual volta una storia valga la pena di essere raccontata, o una fotografia scattata. Il libro, oltre al reportage di viaggio in sé, sarebbe l’occasione per raccontare la storia e le storie che quell’infinita striscia raccoglie. La storia dei luoghi, dei miti, delle persone. Le storie di immigrazione, di successi, e sconfitte, di polvere e (quando c’è) asfalto, di calcio, politica, degli assurdi personaggi che popolano i deserti del Nord, la pampa del centro e la desolazione australe delle terre al confine del mondo.
In preparazione al suo viaggio, l’impegno di Nicola è rivolto soprattutto su quattro fronti.
1. Un veicolo – Non un fuoristrada o un 4×4 modello “corriera-veicolo spaziale”. Con quello potrebbe farlo chiunque. L’idea è quella di partire con un auto normale, revisionata e pronta alla sfida, ma normale. Le possibilità a cui ho pensato sono principalmente due. Un noleggio sponsorizzato, che preveda cioè la restituzione del mezzo alla fine del progetto. Oppure una sponsorizzazione “etica”, che mi permetta di lasciare l’auto a qualche istituzione o associazione che ne possa fare un uso sociale, una volta terminato il viaggio.
2. L’attrezzatura fotografica – Il viaggio potrebbe essere l’occasione per rivalutare la fotografia a pellicola. In questo caso la sponsorizzazione riguarderebbe qualche decina di rullini, sono infatti già dotato di buone macchine per la pellicola. Nel caso si dovesse ricorrere al digitale i bisogni sarebbero legati più ad un paio di buone lenti e una full frame. La formula sarebbe la stessa usata per l’auto, il “prestito” con restituzione o il poterla lasciare a qualche istituzione che ne faccia un uso utile alla comunità.
3. Uno spazio espositivo – Per completare il lavoro fotografico sarebbe fondamentale che qualcuno mi aiutasse con la stampa delle foto e che ci fosse uno spazio con una certa visibilità dove poter esporre. Si potrebbe riflettere anche su una mostra itinerante.
4. Una casa editrice – … pronta ad investire nel progetto. Ovviamente rinuncerei a gran parte dei diritti d’autore per coprire l’investimento.
Il resto è in mano alla strada: Nicola la seguirà fino in fondo… e noi con lui, attraverso le sue immagini, i suoi racconti e la sua passione.
Per maggiori informazioni
Nicola Neso – Progetto Ruta 40
[email protected]
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