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Rybolovlev, al Monaco   l’uomo che ha un’isola

Creato il 07 giugno 2013 da Mbrignolo

monacoPERSONAGGI (Monaco). Chi lo conosce bene, giura che è malato di filantropia. Di certo però c’è che Dmitry Evgenevich Rybolovlev, oligarca russo che la rivista Forbes stima al 71° posto nel ranking degli umani più ricchi (in Russia scommettono che è molto più avanti), è uno che la gavetta l’ha fatta, prima di farsi conoscere al mondo intero diventando l’idrante di denaro delle casse del Monaco.

La sua storia inizia nel 1995 quando a soli 29 anni investì tutti i suoi averi nel mercato del potassio attraverso la Uralkali che in un decennio trasformò in una delle maggiori imprese mondiali del settore. Nel 2007, in un periodo eccezionalmente favorevole per il mercato del cloruro di potassio, portò la società alla quotazione alla Borsa di Londra. Nel giugno del 2010, Rybolovlev cedette il 53% delle azioni di Uralkali per un valore che venne stimato intorno ai 5 miliardi di dollari e qualche mese dopo anche l’ultimo 10% che gli rimaneva.

E lui, Dimitry, è entrato di prepotenza tra i paperoni del globo. Per la verità non è uno a cui piace strombazzare ai 4 venti l’opulenza con cui condisce le sue giornate. Poi però, ha acquistato Skorpios, un’isola. Cara a Onassis ma soprattutto ai Greci, che la ritengono un simbolo del Mar Jonio. Va matto per il caviale e colleziona orologi; la prima ribalta l’ha avuta con la sua pratica di divorzio che gli è costata la bellezza di 4 miliardi di dollari (!) essendosi protratta per anni. Prima del calcio, pensava all’hockey e a rilevare una squadra della NHL. Al di là dell’Oceano intanto, ha fatto scalpore a New York sua figlia Gekatrina che a soli 24 anni si è regalata un appartamentone nel cuore della Big Apple da 88 milioni di euro.

Poi il magnate ha virato dritto sul Monaco: il calcio gli piace, la Ligue 1 è un campionato dove si possono fare i ricavi, e il Principato, in generale, necessitava secondo lui di un’altra attrazione sportiva che non fosse la formula 1. Così, pronti subito 110 milioni per l’intera operazione relativa a Radamel Falcao. E altri 200 milioni da investire in un biennio. Non c’è male no?


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