Saadia Marciano nacque a Oujda, in Marocco, nel 1950. Personaggio misconosciuto non solo nel suo paese ma anche in Europa, fondò il movimento sociale delle Pantere Nere nel 1970. La sua famiglia emigro’ dal Marocco in terra d’Israele durante la diaspora e andò a vivere nel quartiere di Musrara a Gerusalemme. Il quartiere situato nella medina non poteva sopportare l’afflusso dei rifugiati dai paesi arabi, tenendo conto che le condizioni di vita dei rifugiati non erano considerate prioritarie dal governo israeliano. È in questo contesto che il giovane Saadia fondò nel 1971, con altre figure della gioventù sefardida e mizrahi , il movimento delle Black Panther israeliane. Secondo lo storico Kokhavi Shemesh, la scelta del nome al loro movimento di rivolta sociale venne da Marciano, che si ispirò al movimento afro-americano per cercare di impressionare l’allora primo ministro Golda Meir. Marciano pubblicò la rivista del suo movimento, HaPanter HaShahor (La Pantera Nera), e iniziò il suo militantismo attivo, rubando nel 1972 le bottiglie di latte depositate nei quartieri abitati dalla classe media ebrea, per donarle agli abitanti dei quartieri poveri. In quel contesto, durante una manifestazione di protesta, ricevette un pugno in un occhio da parte di un poliziotto e l’immagine del suo occhio pesto fece il giro del mondo, attirando l’interesse della stampa internazionale. Gli anni che seguirono videro il gruppo sciogliersi ma Saadia Marciano continuò il suo attivismo sociale in favore dei più deboli. Marciano decise allora, come la maggiorparte dei componenti delle Black Panther di entrare in politica. Raggiunse il campo Shel”i (Shalom IeIsraël, ”Pace per Israele“), una coalizione del movimento situato a sinistra nella politica nazionale, fondata durante le elezioni legislative del 1977, e si candidò nelle liste del partito. La vittoria di due seggi parlamentari diede la possibilità a Marciano di poter sedersi in Parlamento, in base ad una rotatoria sui primi cinque candidati eletti. Entrò alla Knesset nel maggio del 1980, ma diede le sue dimissioni l’11 novembre 1980, scelta dovuta al fatto che volle creare un suo movimento politico, Shavin be-Israël Panterim (Uguaglianza in Israele – Pantere), rinominato con l’arrivo di Mordechai Elgrably “Partito dell’Unità” (Miflegget HaI’houd). Saadia Marciano rappresentò il partito per un anno svolgendo compiti nella commissione dell’educazione, della cultura e dello sport, oltre a quella sul lavoro e sul welfare. Nel 1981 il partito guadagnò l’uno per cento alle legislative mettendo fine alla carriera politica dell’attivista. Si presentò ancora alle legislative del 1996, ma risultò 37° nella lista del Partito dei Lavoratori. Gli ultimi anni della sua vita furono consacrati alla lotta contro la droga, fondando un centro di disintossicazione e aiutando i più deboli, ebrei, cristiani e musulmani. La sua salute peggiorò velocemente e si ritrovò su di unasedia a rotelle; un anno prima della sua morte chiese un assistenza finanziaria al governo israeliano, che non le venne concessa, e morì il 21 dicembre 2007, all’età di 57 anni. Ai suoi funerali arrivarono migliaia di persone, ebree, cristiane e musulmane, per rendere omaggio a questo grande uomo che combattè per la tutta la sua vita contro le disuguaglianze sociali, contro la fame e la povertà, per rendere giustizia ai più deboli senza diritto di replica. In Marocco questa figura è dimenticata, non esiste traccia sui libri scolastici e meno ancora in attività culturali a favore dei personaggi nati nel reame. Peccato, Saadia Marciano va oltre il discorso religioso e di razza, ma richiama a se dei semplici valori umanamente riconosciuti, primo tra tutti il diritto ad una vita dignitosa ovvero il rispetto fondamentale dei Diritti Umani. Questo ”ragazzo ribelle” di 57 anni, marocchino, portava nell’anima una grande lotta sociale per l’Africa del nord, che pochi hanno inteso e spalleggiato, lasciandolo solo negli anni bui della sua malattia, sino alla sua prematura scomparsa.
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