Ormai ci siamo, questa sera si giocherà la finale di Coppa Italia tra Juventus e Lazio, questa sera la coppa ritornerà all’Olimpico e con essa per i napoletani tornerà un ricordo che ancora fa male, il ricordo di Ciro Esposito che morì proprio il giorno della finale della scorsa edizione della Coppa Italia, tra Fiorentina e Napoli.
Se il ricordo di Ciro non ha mai lasciato Napoli, non si può dire altrettanto del calcio italiano che sembra voler dimenticare quanto successe un anno fa, come se ignorare quell’evento possa cancellarlo. La finale di Coppa Italia deve essere una festa, questo è vero, ed il Napoli l’anno scorso fu privato di quella festa perché col fiato sospeso e con il dolore nel cuore, tutti pregavano per quel ragazzo che dopo 55 giorni morì, colpevole di amare il calcio e i colori “sbagliati”. Questa sera, onorare la memoria di Ciro Esposito sarebbe doveroso e l’appello di Sandro Sabatini, il giornalista di sportivo, lo sottolinea ancora di più.
“C’è tempo fino alle 20.45. Poi non più, e il calcio italiano avrà perso l’occasione per ricordare Ciro Esposito. Il ragazzo napoletano morì quasi un anno fa. Ed è come se fosse oggi: sia perchè il ricordo è vivissimo e tristissimo, sia perchè “oggi” era la finale di Coppa Italia. Napoli e Fiorentina di “quella” sera sono state eliminate in semifinale proprio da Lazio e Juventus, che scendono in campo per conquistare la coppa che poi verrà consegnata addirittura da Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, la più alta carica dello Stato. Anche un anno fa ce n’erano tanti, di politici, allo stadio Olimpico. Ricorderete l’imbarazzo di Renzi e Grasso, Malagò e Abete, e tutta quella tribuna d’onore che assisteva turbata alla trattativa fra lo Stato e “Genny ‘a carogna” per far giocare la partita. Quelle immagini e quei momenti furono così appariscenti che misero in secondo piano ciò che stava silenziosamente e ben più drammaticamente accadendo in una stanzetta d’ospedale. Lì iniziava la lenta, inesorabile, tragica agonia di Ciro Esposito. Ferito il 3 maggio e morto il 25 giugno. Ma mai ricordato in campo, neanche per un minuto. Anzi sì, “ricordato” con quell’ignobile striscione esposto da alcuni ultrà romanisti per offendere la mamma. C’è tempo fino alle 20.45, quando l’Olimpico sarà pieno e – anche grazie alla tragica esperienza di un anno fa – non saranno avvenuti incidenti nè fuori nè dentro lo stadio. Le curve diventeranno piene e festanti, la tribuna d’onore affollata e impettita, l’inno di Mameli solenne e appropriato. Ecco, in quel momento sarebbe perfetto ricordare Ciro Esposito. Anche se non è l’anniversario esatto dell’agguato o della scomparsa, la finale di Coppa Italia è la partita che per sempre verrà associata a uno degli eventi più tragici della storia del calcio italiano. Un calcio appena toccato da nuovi scandali e infinite polemiche non può mettersi tutto alle spalle senza riflettere e imparare. Lotito o chi comanda formalmente, va bene chiunque purchè venga almeno valutata questa iniziativa: un minuto di silenzio per Ciro Esposito. Finora non è stato mai fatto. Ma si può ancora ricordare il ragazzo morto per la Coppa Italia di un anno fa. C’è tempo fino alle 20.45…”
Le parole di Sabatini, riportate sul portale calcionapoli24.it, sono forse le stesse che direbbero tutti i napoletani, anzi tutti quelli innamorati dello sport, quello vero e sano, affinché la tragedia in cui è rimasto vittima Ciro, non resti solo un avvenimento da cancellare, ma possa essere sempre un ricordo vivo e limpido, che possa in seguito allontanare ed evitare altre stragi di questo tipo.