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Sabato 14 luglio c’è stato il Convegno di Novoli in cui tutti abbiamo avuto il piacere di ascoltare il Prof. Antonio Michele Stanca. Domenica mattina mi è arrivato un Sms dal Presidente di Olivinopoli Angelo Amato che riporto:
“Carissimi relatori, ma direi meglio uditori, del convegno di ieri con il prof. Michele Stanca, vorrei ringraziarvi sentitamente per la vostra presenza di ieri, nonostante il caldo terribile nel teatro comunale di Novoli. Penso che, così come è accaduto a me, anche voi siate rimasti incantati dalla semplicità espressiva, dalla competenza e dalla capacità comunicativa del prof. Stanca che ci ha dato tanti stimoli positivi. Vi prego di tenere presente il consiglio datoci dal nostro carissimo amico Antonio Bruno: di realizzare presto un gruppo di lavoro comune che si faccia promotore di fatti e fucina di idee in agricoltura. Lancio all’Assessore Francesco Pacella la palla per riunire questo gruppo. Grazie ancora e un caro saluto. Angelo Amato”
L’uomo dell’orzo che ci spiega il grano
Le parole di Angelo descrivono la bellissima serata di Sabato 14 luglio 2012 a Novoli del Salento leccese. Il prof. Stanca ha spiegato la moda del grano Senatore Cappeli. L’ha fatto in maniera semplice facendoci la narrazione di un panificatore che si è recato nello scorso anno a New York, precisamente a Little Italy. Qui una persona che si interessa di distribuzione di pasta e facente parte della Comunità italiana in America gli ha chiesto del grano CAPPELLA che lui sapeva fosse italiano per fare della pasta richiesta dagli italo-americani. Il panificatore al ritorno dell’America si è rivolto al prof. Stanca che prima gli ha fatto presente che la varietà che cercava si chiamava in realtà “Senatore Cappelli” e poi gli ha trovato il seme che è stato moltiplicato e da cui si è iniziato a ricavare tanto grano senator Cappelli. Insomma oggi il grano Senatore Cappelli è di moda.
E le altre varietà tipiche del Salento e della Puglia?
E’ sotto gli occhi di tutti l’anonimato nel quale versa l’agricoltura. Ormai le merci viaggiano da una parte all’altra del mondo e le materie prime sono acquistate dalla parte del mondo dove è più conveniente il prezzo. Il prof. Stanca ci ha spiegato che il consumatore non conosce né l’origine degli alimenti, né le imprese produttrici perché c’è una mancanza di informazioni dagli agricoltori ai consumatori che è messa in atto dalla Grande Distribuzione poichè in questo modo ha una enorme forza contrattuale decidendo lei che cosa acquistare e di fatto decidendo anche che cosa noi dobbiamo mangiare. Ma il prof Stanca ci ha ricordato che il consumatore finalmente manifesta in maniera sempre più evidente la volontà di verificare la provenienza, la qualità e la sicurezza dei cibi.
Tracciabilità genetica dei prodotti agroalimentari del Salento
La necessità di poter tracciare l’origine e l’autenticità dei nostri prodotti agro-alimentari è un’esigenza emergente del consumatore e un metodo di lavoro inderogabile per il produttore che voglia finalmente difendersi da chi continuamente spaccia per prodotto salentino ciò che invece viene prodotto in chissà quale parte del mondo.
Il prof. Stranca ci ha spiegato come individuare la caratteristica del prodotto che ha la proprietà di contraddistinguerlo univocamente e lungo tutti i passaggi del processo di trasformazione, dalla materia prima al prodotto finito.
Come sappiamo ciò che contraddistingue ogni singolo essere vivente e che lo rende esclusivo è l’informazione contenuta nel suo DNA.
Per questo, il prof. Stanca propone di adottare l’analisi delle impronte del DNA (fingerprinting genetico) che è già da tempo scelta come sistema di elezione per numerose indagini, quali le analisi di paternità umane e per certificazioni di cultivar o razza originaria di appartenenza in ambito vegetale e animale. Quindi il DNA può essere utilizzato come un INVISIBILE BARCODE per l’identificazione di un prodotto infatti, anche dopo i processi di lavorazione le caratteristiche fenotipiche del prodotto non sono più riconoscibili, la natura del suo DNA non subisce trasformazioni!
Ecco perché il prof. Stanca propone di adottare per i prodotti tipici di qualità del Salento la tracciabilità genetica in maniera tale da offrire una maggiore garanzia e trasparenza al consumatore e nello stesso tempo valorizzare e tutelare le produzioni tipiche riuscendo quindi a dare un valore aggiunto al prodotto.
La proposta del prof. Stanca
E’ possibile formare nel Salento dei professionisti in grado di riconoscere in maniera inequivocabile i prodotti tipici salentini e smascherare qualunque tentativo di contraffazione. Si tratta di costituire una professionalità che faccia da tramite tra la ricerca di base e le specifiche esigenze delle singole realtà di produzione del Salento svolgendo progetti innovativi di tracciabilità genetica in grado di accertare in maniera univoca l’identità di prodotti agro-alimentari quali i cereali, l’olio e il vino.
La costituzione di un Comitato
Il prof. Stanca si è dichiarato disponibile a fare parte di un comitato che si occupi di quando sopraesposto e a questo proposito l’Assessore provinciale Francesco Pacella come dice Angelo Amato nel suo sms ha adesso in mano “la palla” per riunire il gruppo.
di Antonio Bruno
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