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Sabina Radu, il portiere promosso in A2

Creato il 20 febbraio 2012 da Calciodonne
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radu-sabinadi Claudia Colombo - Passione, grinta, ostinazione, sogni, speranze, parole chiave queste che descrivono solo in parte  la personalità di una ragazza la cui vita fin ora è stata interamente dedicata alla sua più grande passione: il pallone.  Sabina Adelaide Radu nasce il 12 maggio 1989 a Brasov in Romania, arrivata in Campania, nel Sud Italia, con la sua famiglia all'età di quattro anni, famiglia il cui appoggio e sostegno è stato fondamentale per la sua crescita, ha da sempre coltivato questo suo amore per il calcio.
Una bambina, un pallone da calcio, un semplice pallone da calcio che però racchiudeva  tanti sogni, tante speranze per il suo futuro, in una realtà come l'Italia un po' più dura da affrontare per chi lascia il proprio Paese natìo, ma quei sogni, i SUOI sogni,  sono sempre stati racchiusi lì, in quel pallone, quei sogni che vanno protetti , salvati, difesi, sempre, con lo stesso sguardo deciso con cui lei in campo segue quel pallone, deve proteggerlo, difenderlo. Per Sabina il calcio non è solo uno sport, è un insegnamento di vita. E così come nella vita non va sempre tutto come si vorrebbe che andasse, tante sono state le difficoltà da dover superare, così come tante ce ne saranno, ma se si guarda indietro si vede che poi di strada se n'è fatta tanta. E per lei è stato così ed è solo l'inizio di una carriera che darà sempre più  merito a tutti quei sacrifici che le hanno permesso di arrivare fin qui e ancora più lontano. Sacrificio, una parola legata alla sua vita più di quanto lei stessa avrebbe potuto immaginare, ma è proprio la consapevolezza del significato di questa parola che rende Sabina, alla giovane età di 23 anni, prima di tutto una persona stupenda. 
Sabina arrivata in Italia frequenta le scuole fino al secondo Liceo, riempie la sua vita dedicando tutte le sue attenzioni alle sue passioni. Protagonisti anche i suoi genitori che hanno sin da sempre assecondato le sue scelte, rendendola libera di esprimersi e di crescere facendo ciò per cui era davvero portata. Prima di entrare a far parte di una squadra di calcio, all'età di undici anni Sabina è già campionessa italiana di Tae Kwon Do. Fu poi grazie al padre che cominciò a muovere i primi veri "passi" verso ciò che l'avrebbe legata al mondo del calcio, in un torneo organizzato dal padre a Salerno che vedeva coinvolte anche altre Nazioni.
Di grande stimolo furono, inoltre, i vari incontri con calciatori come Di Vaio, Zeman, Breda, spesso ospiti proprio del padre che in quei tempi lavorava assieme alla madre presso il Bowling di Pontecagnano (Sa), luogo dove lei è cresciuta. Dai dodici anni tante sono state le esperienze calcistiche che l'hanno portata ad arrivare ad essere attualmente uno dei portieri del "Napoli calcio femminile & altro" in serie A2, prossima al passaggio in A1. Un traguardo per lei grande, così come grande è stata la soddisfazione per esser stata scelta per diversi anni in passato, fino allo scorso anno a Fiuggi nel Lazio, in qualità  di miglior portiere della Campania al Torneo delle Regioni, che si svolge ogni anno in una regione diversa e vede coinvolte le migliori giocatrici di serie C di ogni regione. Ma qual è stato il suo  percorso calcistico? Sabina inizia la sua carriera all'età di dodici anni con la Salernitana femminile che a quei tempi militava in serie B a livello nazionale, giocando in seconda squadra in serie C per cinque anni. In questi anni ebbe la bellissima occasione di far parte della rappresentativa Nazionale di A2 e serie B ad Arco di Trento. In seguito fu proprio la squadra del Pontecagnano che la vide protagonista, iniziando un Campionato nel migliore dei modi che però non si concluse così, colpa di un brutto infortunio durante uno scontro di gioco che le provocò la frattura di tibia e perone. Nonostante i periodi grigi e gli attimi di sconforto per essersi vista stroncare in quel momento, da giovanissima, la sua carriera sempre più in ascesa, la sua grande volontà, assieme alla carica delle persone che le stavano vicino sostenendola,  le permise di recuperare la sua forma fisica in soli tre mesi dall'intervento, anziché dai sei ai dodici mesi, pronta in tempo per il ritiro con la Salernitana, squadra in cui aveva scelto di ritornare. Un'altra squadra che la vide partecipe, sempre nella sua Campania a Torre Annunziata, fu il Vesevus Trecase che, l'anno in cui arrivò, guadagnò la promozione in serie B con un campionato ricco di emozioni. In seguito fu nuovamente contattata dal Pontecagnano che militava in serie C anche quell'anno, ma con dei progetti  molto allettanti che la spinsero ad accettare la proposta.
Quell'anno, ossia il 2009/2010, arrivarono ad un passo dalla promozione in serie B, giocandosi il passaggio alla penultima giornata di campionato proprio contro le sue ex compagne della Salernitana e, per chi mette il cuore come lei in tutto ciò che fa, fu amaro accettare questa sconfitta e il fatto di non aver conquistato la tanto voluta promozione. Rimase con il Pontecagnano anche l'anno seguente, con l'obiettivo di raggiungere gli stessi risultati, ma non andò come si sperava. La squadra arrivò, però, semifinalista in Coppa Campania. L'anno 2011/2012 l'ha vista invece protagonista di enormi cambiamenti e soddisfazioni. Nuove proposte, non si parla più di serie C, né di serie B, è l'A che chiama e Sabina risponde. Un provino a Brescia nel mese di luglio con il Brescia femminile che milita in serie A e con il Carpisa Yamamay Napoli Calcio femminile in A2. Fedele alla regione che l'ha vista crescere, e orgogliosa di farlo, Sabina Radu inizia il percorso in A2 in veste di secondo portiere di uno squadrone che non perde una partita da ben quattordici mesi, semifinalista in coppa Italia con le migliori squadre di serie A ed un campionato che la vede vincente domenica dopo domenica. Ed è nella gara di ritorno contro il Camaleonte Catania che Sabina esordisce fuori casa, salvando il bel risultato di 6-0 con due stupendi interventi a venti minuti dalla fine della partita nell'uno a uno contro l'avversaria. Un'emozione indescrivibile. Pochi secondi per pensare  "è arrivato il mio momento" alle parole inaspettate del mister " Radu ora entri tu". Il cambio, un bacio al terreno di gioco, il massimo della concentrazione e la dimostrazione in quei venti minuti che TUTTO ne è sempre valso la pena. Un percorso quello di Sabina Radu che l'ha vista crescere su tutti gli aspetti, in un' età in cui ciò che fai è importante per definire ciò che sarai. Per chi sa quanto lei abbia sempre puntato tutto su questo, togliendo del tempo ai suoi affetti, alla sua famiglia e a tutti coloro che la amano, ma che fanno il tifo per lei, vedere la soddisfazione nei suoi occhi è importante, per lei e per chi l'ha vista lottare per ciò in cui crede, mettendosi in discussione in ogni momento, facendo i conti continuamente con ciò che viveva e il modo in cui ci si approcciava. Sempre pronta a rialzarsi. I tanti sacrifici, una passione che si vive soltanto per amore di farlo.
Sapendo anche quanto il calcio femminile sia così lontano e differente dal mondo del calcio maschile il cui fattore "denaro" assume una certa importanza, qui non è così e non è questo il caso di Sabina, consapevole che lo stipendio guadagnato contribuirà in primis alle spese familiari. Non è questo che conta per lei, il calcio le sta regalando emozioni imparagonabili a tutto il resto, con compagne di squadra e non solo, con cui ha instaurato un rapporto fraterno, che sacrifici a parte, rendono queste esperienze uniche. Il sogno di Sabina in ogni caso continua: quello di arrivare a rappresentare la propria Nazione nel calcio femminile. Giocare nella Nazionale romena sarebbe per lei grande motivo di orgoglio, non solo per lei, ma anche per la sua famiglia. E chissà questo sogno non è lontano.
Andrà avanti come ha sempre fatto, con tutte le qualità che la caratterizzano e con quel suo sguardo proiettato verso il futuro, ma ricco di un passato che l'ha resa ciò che è, quello sguardo con cui continuerà a seguire quel pallone in campo, quel pallone in cui sin da bambina ha racchiuso quei sogni imparando a difenderli.
Difendendo in campo quella porta dall'avversario da sola, così come ha imparato a difendersi da sola sin da piccola. Sabina Radu non fa il portiere, lei E' un portiere, un grande portiere. Augurandole il meglio.
Claudia Colombo
www.ondanews.it

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