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Sacramenti ai divorziati solo a certe condizioni secondo il cardinale Kasper

Creato il 22 febbraio 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

562px-WalterKasperCard_200806di Renato Pierri. La Chiesa non può mettere in  discussione le parole di Gesù sull’indissolubilità del matrimonio…  Ma di  fronte alle difficoltà che affrontano oggi le famiglie e alla crescita  esponenziale di matrimoni falliti possono essere esplorate nuove strade per  rispondere alle esigenze profonde di quei divorziati risposati civilmente che  riconoscono il loro fallimento, si convertono, e dopo un periodo penitenziale  chiedono di essere riammessi ai sacramenti. È l’ipotesi avanzata dal cardinale  Walter Kasper nella sua lunga e approfondita relazione tenuta questa mattina ai  cardinali del concistoro, alla presenza del Papa.

Riconoscimento del proprio  fallimento, conversione, periodo penitenziale… Quante difficoltà per ricevere  l’eucaristia. Eppure, leggendo il vangelo, non sembra che Gesù alla  distribuzione del pane spezzato ponesse tanti ostacoli. La Chiesa pone ostacoli  e, tra l’altro, non tiene conto del coniuge innocente. Della persona abbandonata  non per sua colpa, magari con figli, e che mette su una nuova famiglia. Questa  persona, per non essere  considerata peccatrice dalla Chiesa, dovrebbe “assumere l’impegno di vivere in  piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi”  (Familiaris consortio n. 84). Un’inutile crudeltà certo non voluta da  Dio.

Featured image, il cardinale Walter Kasper, fonte Wikipedia.


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