Belinelli-Kings – © 2015 twitter.com/sacramentokings
In NBA può capitare che l’ingresso di un nuovo proprietario o una nuova dirigenza porti nuova linfa a una franchigia che per qualche motivo si trova in un momento di difficoltà. Gli esempi sono molti e anche recenti, da Cuban con i Mavs a Ballman con i Clippers passando per i nuovi dirigenti di Atlanta e Milwaukee che hanno portato nuove idee e rinnovamento dal logo alla gestione tecnica.Capita anche però che chi subentra non sempre ha le idee chiarissime e riesce a gestire nel migliore dei modi la situazione. Vivek Ranadive è diventato il primo Indiano a capo di una squadra NBA quando si è comprato i Sacramento Kings e se dal punto di vista economico non ha niente da invidiare ai magnati americani che detengono le altre franchigie, dal punto di vista di gestione e pubbliche relazioni siamo ancora all’abc.
La sparata dello scorso anno di provare a giocare con soli 4 giocatori in difesa lasciandone sempre uno fisso nella metà campo offensiva, l’aveva già fatto apparire come eccentrico. La sua popolarità è scesa ulteriormente quando ha deciso di licenziare coach Mike Malone che pur con un roster di basso livello stava facendo una stagione accettabile. La scelta di affidarsi a coach George Karl poteva anche essere sensata ma solamente qualche settimana fa è esplosa la bomba che avrebbe voluto il coach già ai ferri corti con DeMarcus Cousins, la Stella assoluta dei Kings, tanto che uno scambio per mandarlo ai Lakers sembrava essere piuttosto scontato. Poi a salvare la situazione è intervenuto Vlade Divac che ha messo a tacere tutte le voci, confermando DMC e facendo partire allora i rumors che avrebbero voluto un licenziamento prematuro di Karl. Il tutto senza che Ranadive normalizzasse la situazione, anzi, incrementando le voci con interviste dubbie.
— DeMarcus Cousins (@boogiecousins) June 23, 2015
Fatto rientrare il caso Cousins (probabilmente non per molto tempo visto il tweet del giocatore verso il suo coach quando erano uscite le prime voci di cessione ai Lakers) la dirigenza si è tuffata sul mercato dei free agent, facendo offerte importanti per tantissimi giocatori, ma venendo rimbalzati più volte (Ellis, Green, Matthews, Brewer, Beverly). Il colpo però alla fine è arrivato e si tratta di Rajon Rondo, a lungo seguito anche lo scorso anno che ha firmato un contratto annuale da 10 milioni di dollari (salario bassissimo viste le cifre esplose in questa sessione di mercato). L’ex Celtics è chiamato a una stagione di livello dopo la deludente scorsa, così da rilanciare le proprie quotazioni e sperare in un contratto ben più ricco nella prossima free agency.
A fianco di Rondo nel reparto guardie troverà spazio il nostro Marco Belinelli (dovrà dividersi i minuti con Ben McLemore) che dopo le due stagioni agli Spurs ha deciso di monetizzare firmando un triennale da 19 milioni con Sacramento. Porterà tiro da fuori e abilità di costruire gioco dal palleggio, oltre che una certa mentalità vincente acquisita prima ai Bulls e poi a San Antonio. Di sicuro il Beli non ha scelto il miglior progetto tecnico disponibile per cercare di competere ad alti livelli, ma la possibilità di firmare un contratto importante e avere un minutaggio più alto sono stati i fattori che gli hanno fatto scegliere la squadra di coach Karl, le cui idee tecniche ben si sposano con le caratteristiche dell’italiano.
It's Official! Kings Sign @RajonRondo, @marcobelinelli & @kostakoufos Read » http://t.co/y2VDcA7xXi pic.twitter.com/9S9BmyRllU
— Sacramento Kings (@SacramentoKings) July 14, 2015
Con Rondo e Belinelli nel roster ci sono il già citato Cousins, Rudy Gay, il play Collison e poi sono arrivati anche Kostas Koufos con un quadriennale da 44 milioni che va a rimpolpare il ruolo di lunghi lasciato vuoto dallo scambio che ha mandato ai Sixers Landry e Thompson, la guardia James Anderson di ritorno dalla Lituania, Omri Casspi rifirmato dopo la discreta ultima stagione disputata, e gli esperti Caron Butler e Luc Mbah a Moute. Oltre a Willie Cauley-Stein scelto alla #6 all’ultimo Draft, che porterà verticalità e rim-protection al centro dell’area pitturata.
Insomma qualcosa di buono si intravede a Sacramento, una piccola luce in fondo al tunnel per sperare finalmente in un ritorno ai playoff. Ci sarà bisogno però di una gestione intelligente e di un po’ di tranquillità per far rendere al massimo la squadra. E da questo inizio di stagione 2015/16 entrambe le cose sembrano mancare. Speriamo bene, almeno per il Beli!