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Sacred 3 – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 08/08/2014

Cover Sacred 3

PC - PS3 - Xbox 360 Pegi 16 TESTATO SU
PC

Genere:

Sviluppatore:

Produttore: Deep Silver

Distributore: Koch Media

Lingua: Inglese (sub ITA)

Giocatori: 4

Data di uscita: 01/08/2014

Sacred 3 – Recensione PS3X360PC

EUR 45,78EUR 44,90EUR 39,99

VISITA LA SCHEDA DI Sacred 3

Pro-1La versione PC si disinstalla in pochi click Contro-1Di Sacred porta giusto il nome

Pro-2La versione console ha buon mercato, potrete rivenderla! Contro-2Ripetitivo, noioso e privo di mordente

Contro-3Prezzo assurdo, longevità inesistente

Dopo Sacred Citadel, spin-off non molto riuscito rilasciato l’anno passato, Deep Silver e Keen Games ci presentano il terzo capitolo ufficiale di una delle serie Hack ‘n’ Slash più amate di sempre. Sacred 3 dunque fa capolino tra i videogiocatori odierni in un territorio monopolizzato da Blizzard e il suo Diablo, alla ricerca di una ritrovata gloria, anche se le buone premesse in fase di sviluppo sono state piuttosto carenti sin dall’inizio ed ora, dopo averlo provato approfonditamente, capiamo il perché.

sacred-3-cover

Non scomodiamo Blizzard

Per iniziare col piede giusto mettiamo subito in chiaro che questo Sacred 3 non ha niente a che vedere coi capitoli precedenti: le meccaniche che hanno dato la gloria a questa serie sono state rimosse, si è puntato all’action puro, dimenticandosi della fase ruolistica, risultando così noioso fin dalle prime battute; già durante il tutorial iniziale abbiamo notato come la qualità del sistema di combattimento, delle idee e del concept, fosse scarsa e imbarazzante: in Sacred 3 difatti non si fa altro che avanzare premendo il tasto ‘A’ a casaccio, senza preoccuparsi di nessuna componente tattica o difficoltà del caso. L’attrattiva che il genere Hack ‘n’ Slash ha sempre posseduto qui è clamorosamente scomparsa, come se gli sviluppatori, chiamati a mettere le mani su questo terzo episodio, non avessero mai visto in opera o voluto prender spunto dai precedenti Sacred, che per onor di cronaca ci era apparsa una serie in costante decadenza già dallo spin-off di cui accennavamo in apertura.

Comunque sia, si parte dalla possibilità di scegliere tra i quattro personaggi disponibili: Marak il guerriero Safiri, Claire la paladina Serafina, Vajra l’arciere Khukuri e Alithe la lanciera Ancariana, ma la scelta iniziale non influenza in alcun modo la scontatissima e banale storia in cui l’imperatore di turno tenterà con ogni suo mezzo di dominare Ancaria, e noi dovremo fermarlo… La scelta del personaggio, ancor peggio, non ha nessun risvolto sul gameplay, abbassando notevolmente l’asticella della longevità che si attesta sulle sei/sette ore, portando il giocatore a snobbare alcuni personaggi che in teoria potevano essere molto interessanti e ben delineati, ma che invece finiscono per essere stereotipati, inutili e perfino ridicoli per certi versi. Idem per quanto riguarda la progressione del personaggio, abbiamo detto in precedenza che lo sviluppatore sembra essersi dimenticato della fase ruolistica, e in effetti non troviamo nessuno spunto di potenziamento o personalizzazione, a parte qualche arma, armatura venduta in blocco e alcuni spiriti delle armi che ci aiuteranno con bonus passivi nel corso delle lunghe e noiose missioni. Keen Games ha puntato tutto sulla fase action in questo Sacred 3, e dunque come lecito aspettarsi dimenticatevi fasi di esplorazione, sub-quest, città dove acquistare (tutto avviene tramite bruttissimi menù) e altre chicche immancabili in questo genere. Si avanza tra livelli linearissimi, selezionabili da una world map abbastanza incasinata e dunque si scende sul campo di battaglia, dove ci alterneremo tra combattimenti, fasi di schivata di massi o trappole, la raccolta di globi esperienza, salute e denaro (niente drop di armi e quant’altro) e discutibili boss fight. Il tutto si ripete ad oltranza fino a distruggere la vostra capacità cerebrale, causa un button mashing ignorante, incorniciato dall’assenza di una qualsiasi fase di loot che porta a chiederci il perché di tutto questo. I pulsanti sono cosi distribuiti: con ‘A’ si attacca, con ‘X’ si spezza la guardia, con ‘Y’ afferriamo l’avversario scagliandolo contro bombe o nemici (quasi tutti identici fra loro), con ‘RT’ si esegue una specie di finishing move e con i due grilletti (in caso di pad, visto che con con l’accoppiata mouse e tastiera il titolo è ingiocabile) sferriamo il colpo speciale, abbastanza inutile. Ripetete queste azioni, nelle solite e medesime situazioni per sette ore, ed ecco che vi sarete fatti un’idea ben precisa di questo Sacred 3.

Dunque, per quanto riguarda la longevità, abbiamo detto che il titolo non è sufficiente e non eguaglia l’esosa somma di denaro chiesta per l’acquisto, in più aggiungiamo che la totale assenza di un multiplayer online competitivo (grande feature dei titoli precedenti) lascia spazio ad una cooperativa offline a due giocatori e online a quattro giocatori, un comparto che offre il divertimento della compagnia umana, ma non risolve gli enormi problemi elencati finora. Chiudiamo col comparto tecnico e sonoro. Il primo risulta probabilmente la parte più riuscita del titolo, con buoni tecnicismi riguardanti le texture, la palette cromatica e il frame rate, e nonostante pervengano alcuni problemucci legati a tearing e un level design abbastanza anonimo, possiamo ritenerci più che soddisfatti da quello che è senza ombra di dubbio il pezzo più riuscito, anzi forse l’unico di questo Sacred 3. Per quanto riguarda la componente audio, il titolo della software house tedesca propone tracce sonore abbastanza anonime e un doppiaggio totalmente in inglese (il gioco è sottotitolato in italiano) che cerca di fare dell’ironia uno dei suoi punti di forza, ma cade inesorabilmente nella banalità più totale, rivelandosi tutt’altro che divertente. Insomma, tutto degno di una produzione banale, come quella proposta da Keen Games.

Sacred 3 – Recensione IN CONCLUSIONE
Sacred 3 è uno di quei giochi che porta a chiederci se uno sviluppatore provi sempre il proprio titolo prima di rilasciarlo. Nel caso in cui i beta tester fossero ubriachi o non ce ne fossero mai stati comprendiamo pienamente, ma in caso contrario creare qualcosa di cosi orrido, sacrilego e imbarazzante (a pieno prezzo poi) è veramente da mani nei capelli. Distruggere un videogame in sede di recensione non è mai facile, soprattutto pensando all'enorme lavoro che vi si pone dietro, ma Sacred 3 ha poche scuse, veramente pochissime per far sì che anche il più buono dei redattori ci veda qualcosa di buono. Evitatelo come la peste! ZVOTO 4
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