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Saga gilettiana degli scandali regionali: dal tristo affaire dell’amore a contratto alle strane “leggi della fisica” in quel di Medjugorje (secondo Brosio). A quando la spending-review RAI?

Creato il 23 marzo 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

469px-Bernadette_Soubirousdi Rina Brundu. “Signora Zingariello, lei ha mai firmato un contratto con l’Assessore De Fanis? L’Assessore De Fanis le ha mai proposto un contratto per prestazioni sessuali? L’Assessore De Fanis si era un poco invaghito di lei?”. Queste sono alcune delle domande che Lilli Gruber ha posto alla signora Lucia Zingariello, l’ex-segretaria dell’ex Assessore alla Cultura della Regione Abruzzo Luigi De Fanis, attualmente sotto inchiesta con le accuse di concussione, peculato e truffa aggravata, insomma sperpero di denaro pubblico. Queste domande sono state fatte durante la puntata di “Otto e mezzo” (il programma condotto dalla Gruber su La7), dello scorso 14 marzo e, alla stregua di gemme di rara bellezza, quasi con un poco di invidia, sono state riproposte quest’oggi dal gilettiano programma L’Arena (RAI1, domenica pomeriggio).

Per non essere da meno, dato che la Gruber aveva già intervistato la segretaria, Massimo Giletti – di ricente colpito dalla Sindrome dello Scoop a tutti i costi (costi quello che costi tanto paga l’abbonato RAI) – ha portato in collegamento esterno lo stesso ex Assessore alla Cultura De Fanis, accompagnato dall’avvocato e intervistato dalla vespissima e rampante (ma anche brava) Ilaria Pietracalvina. Al solito, con un inciso veloce e destramente accarezzato, il conduttore ha precisato che era da apprezzare il “coraggio” di De Fanis nel mettere la sua faccia in pubblico in un momento molto difficile, poi lo ha dato in pasto al parterre di giornalisti, politici, opinionisti presenti, dalla grintosa Daniela Santanché alla renziana Simona Bonafé, da Luisella Costamagna a Carlo Puca di “Panorama”, all’onnipresente Klaus Davi.

A puntata conclusa, e dopo che l’argomento contratto-d’amore sì o no è stato esaminato a livello di struttura sub-atomica e anche l’ultima macchia delle mutande sporche è stata esposta alla pubblica gogna, il dubbio mi resta: ma, caro Giletti, il “coraggio” di cui parli è pregio o difetto? Non sarebbe stato meglio che questo signore perseguisse la sua legittima richiesta di “giustizia” in maniera più privata? Indipendentemente da quelle che saranno le risultanze del processo in corso, infatti, e anche qualora questo signore venisse dichiarato lindo come una cucina tenuta da casalinga coscienziosa, il livello infimo di interazione politico-sociale denunciato da questa storia fa davvero cadere le braccia, per dirla con la Santanché. Così come fa “cadere le braccia” (sebbene si è sempre avuto sentore che lo status-quo fosse questo), il pensiero che la “Cultura”, gli argomenti culturali (in senso lato), a livello regionale fossero trattati e affrontati nella maniera denunciata dalle intercettazioni ascoltate.

Concordo con la stessa Santanché: chiudiamole queste REGIONI, ma cosa si aspetta? E perché la RAI sovvenziona programmi agiografici dove si da voce soltanto a politici (o ex-politici), impegnati a studiare le trame della loro difesa? A programmi dove questi stessi personaggi si propongono alla stregua di innocenti santi salvatori della patria, e idealmente scudati del motto tutti colpevoli nessun colpevole? E perché il piccolo-truffattore, l’innocente qualunque incapato per sua sfortuna in errore giudiziario non trova mai voce e lo stesso spazio pagato dal contribuente?

Lo status-quo è talmente deprimente che quasi ti verrebbe di non incazzarti troppo per la presenza, sempre a L’Arena, del Giovannardi impegnato a dirimere una successiva obsoleta discussione sull’omofobia (siamo ancora a questi livelli? Stiamo ancora a dirimere sulle preferenze sessuali di Tizio e di Caio?) e, poco più tardi, per l’ennesima ospitata del Paolo Brosio illuminato sulla strada per Damasco ma collegato da una Medjugorje dove, ci assicura lo stesso Brosio, le “leggi della fisica si sono fermate”.

Ripeto, perché la RAI sovvenziona tutto questo? O, meglio ancora, perché il Commissario Carlo Cottarelli non inserisce questi “argomenti” nella sua lista per la spending review del servizio pubblico?

A proposito… debbo ricontrollare il titolo di questo articolo: ah sì l’ho scritto bene! Phfeeeww!!

Featured image, Bernadette Soubirous, chissà che non dia una mano col miracolo RAI.


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