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Saggezza popolare

Creato il 29 aprile 2010 da Lacocchi @laCocchi
La mia famiglia è multi regionale, e così composta:-Padre: discende da madre veronese e padre pugliese di Trani. -Madre: discende da madre emiliana e padre emiliano. Anzi, emilianissimi. Di Fabbrico, Reggio Emilia.
Ne consegue che io sono (attenti alle percentuali) 20%veneta, 30% pugliese, 50% emiliana.E della parte emiliana ne vado alquanto fiera. Pure di quella pugliese. La percentuale veneta la potrei quasi scartare, ma alla fine il Veneto mi accoglie ancora oggi, mica posso far finta di niente.
In più sono quattro lunghi anni che sto con GenioeSregolatezza, che non sono due persone ma è una sola. E genio perchè è un piccolo genio di molte cose, ed è anche un po' secchione, ed è uno di quelli che studia poco e prende voti eccellenti. E sregolatezza perchè si. Punto. GenioeSregolatezza ha geni così composti: 50% abruzzese, 50% inglese. Il 50% abruzzese però, è profondamente radicato in lui. Molto più del 50 % inglese.
Tutte queste percentuali e nessun punto. Ora vi dico cosa significa questa lunga lista di regioni e percentuali.
Io e famiglia domenica eravamo a pranzo fuori, nella ridente cittadina di Verona. Si parlava, ad un certo punto qualcosa rapisce l'attenzione di padre: 'na stangona un metro e ottanta che camminava sinuosa per piazza Erbe.Madre: "Ma la smetti? Cosa guardi? Non sarai mica come tuo padre che diceva "Altezza mezza bellezza" vero?!" Padre non ha detto nulla, ma io pensavo che sì, in effetti nonno Riccardo aveva ragione, e pensavo che la cara vecchia saggezza popolare ci azzecca quasi sempre.
Io vivo sommersa da proverbi che i miei nonni usavano per spiegare varie situazioni. Dato che i miei nonni non ci sono più, li sento da madre e padre, poi li ripeto, e poi effettivamente scopro che sono piuttosto realistici. Ogni nonno\nonna aveva il suo detto preferito. GenioeSregolatezza invece, mi delizia con i detti abruzzesi su molte cose.
Dalla Puglia ci giungono i proverbi sulle donne. Mio nonno, aveva un detto per ogni tipo di donna.
Il mio preferito è "Belle o brutte si sposan tutte." Che, in effetti, ha un suo perchè.
Per le belle non c'è niente da fare. E' naturale che le belle ragazze si sposino. Ma quando si sposano le brutte... la saggezza popolare vince 1 a 0.Arriva un momento nella vita, in cui qualche conoscente magari bruttarella e magari pure noiosa viene chiesta in moglie.E noi, che siamo un po' cattive e pure un po' stronze, tutte noi pensiamo: "Cazzo, se si sposa pure quella mi sposo pure io." Lo stesso equivale se ci arriva l'invito per il matrimonio di qualche figlio di amici di madre e padre, che si sposa la donna più mortalmente noiosa della terra. La frase è sempre quella.
Il detto vale anche nel caso fortuito di incontrare per strada qualche brutta, ma brutta ragazza, per mano a un bel ragazzo, e mentre si tengono per mano si sbaciucchiano e sbavusciano allegramente. Noi magari in quel momento siamo single, con gli ormoni a palla e l'acidità latente, e quindi diciamo: "E che cazzo, se si trova il ragazzo quella me lo trovo pure io."
Lo pensiamo e basta, però. Perchè va bene che siamo stronze, ma nel caso della conoscente chiesta in sposa, se ci invita al matrimonio magari conosciamo qualcuno di interessante. E mangiamo e beviamo a sbafo, aggiungerei.
L'altro proverbio che il nonno usava sempre era "Altezza mezza bellezza" .Nel mio caso, saggezza popolare 10 - Costanza 0.
La natura con me non è stata carina: a dieci anni ero tipo la più alta della classe. Mi pavoneggiavo dall'alto del mio metro e un bel po' di centimetri che ora non ricordo, e pensavo che sarei diventata ancora più alta. Come no. Le amichette con cui esco ora sono ancora quelle che erano in classe con me alle elementari, e che io superavo di un bel po' in altezza. Ora la situazione è questa: la più piccola di loro sarà 1.68 mt, la più alta sfiora il metro e ottanta. Io in tutto ciò, sono rimasta alta come ero in quinta elementare, centimetro più centimetro meno. E le mie allieve di danza di dieci anni sono alte come me.
L'essere alte comporta alcune facilitazioni che chi è alto non si accorge di avere. Ma se sei bassa, te ne accorgi eccome.
Prendiamo i concerti. Se una è stangona, vede benissimo, e ovunque lei vada non avrà alcun problema. Se una è bassa, prima cosa non sa dove andare, dove posizionarsi tra la folla urlante, saltellante e molto più alta di lei. Inoltre, puoi stare sicuro che appena la bassa si mette in un posto e trova il suo spiraglio verso il palco, qualcun'altro di molto più alto piazzerà le sue altissime spalle davanti. E addio vista palco. E benvenuta vista culo.
Ma la saggezza popolare ha ragione: più una è alta, più viene notata.L'altra settimana, la mia amica neo dottoressa mi sfoggiava un paio di scarpe tacco 12 cm. Lei è 1.75 mt. Un metro e ottantasette centimetri di bella ragazza. Tutti si giravano a guardarla. Poi, ventisette centimetri e una lunga coscia dopo, c'ero io.
Quindi resta il fatto che la sottoscritta, se vuole mostrarsi alta, deve utilizzare il prossimo proverbio, e vivere per sempre, infelice e scontenta ma alta 1.72, con le sue vecchie amiche: le scarpe con il tacco.
La nonna dall'Emilia Romagna mi usava sempre il "Per imbellire bisogna soffrire".Saggezza popolare di nuovo 10 a 0.
Vuoi i capelli dritti? Stirati i capelli con la piastra rischiando di ustionarti le ditina, e tirandoti anche il cranio.Vuoi evitare che il baffo ti vada via con il vento? Scerettati e soffri in silenzio. (E questo punto vale per tutte le cerette, in ogni luogo del corpo. Anche quelli remoti. Soprattutto quelli remoti)Vuoi essere più alta, più bella, più sexy, più più? Metti le scarpe con il tacco, i vestiti stretti e il tanga che ti duole. Fai tutto questo come se ti stessi divertendo un mondo, però. Sennò non vale.
Da GenioeSregolatezza ci viene il proverbio "Mazz' e panell' fanne e fije bell', panell senz mazz' fanne e fije pazz", che tradotto in lingua non originale vuol dire che le mazzate e il cibo fanno i figli belli, il cibo senza le mazzate fanno i figli pazzi.E su questo non ci piove. Farei un grande cartellone, e poi lo attaccherei sui portoni di svariate famiglie. E lo attaccherei anche su svariati genitori che dovrebbero ricordarlo.
L'altro detto che mi viene direttamente dall'Abruzzo è "A chillì li chinviene di chiù accattà lu uestit che darl' a magnà e a bevre" . Tradotto in lingua, vorrebbe dire che alla ragazza a cui si fa riferimento (chillì), è più conveniente comprare una montagna di vestiti nuovi, piuttosto che darle da mangiare e da bere. Indovinate a chi si riferisce GenioeSregolatezza quando lo dice. Non è molto difficile come indovinello.
Ma il detto preferito arriva dal papà di madre, Pellegrino, unico nonno che ho conosciuto. Io e il nonno Pellegrino ci guardavamo sempre la Corrida e le partite della Juventus insieme. Ci facevamo mille risate. E ci mangiavamo le pasticche del Re Sole di nascosto, perchè la liquirizia fa salire la pressione, e lui la pressione ce l'aveva alta.Il nonno era un buongustaio, gli piaceva bere e mangiare. E diceva sempre "L'acqua la fa mel, e ven e fa cantè" . Questo è facile, ma ve lo traduco lo stesso: l'acqua fa male, il vino fa cantare.
Non c'è che dire: sono tutta mio nonno.

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