La Grosse Koalition si farà solo se verrà istituito un salario minimo di 8,50 euro l’ora. Questo pare essere il diktat posto dai socialdemocratici alla Cancelliera per fare il nuovo governo: in pratica la richiesta di cominciare a smantellare il sistema dei mini jobs, l’equivalente della nostra precarietà, imponendo un minimo salariale orario. Un risultato che pare essere stato dovuto in gran parte ad Hannelore Kraft, presidente del Reno Westfalia, il più importante Lander industriale oltre che il più popoloso, per accettare anche in casa propria un’alleanza con i democristiani della Cdu.
Secondo le indiscrezioni i socialdemocratici chiedono i ministeri delle finanze e del lavoro e lascerebbero alla Merkel quello degli Esteri da cui sostanzialmente passa gran parte della politica comunitaria. I colloqui ufficiali per il nuovo governo cominceranno dopodomani, ma se la soluzione dovesse essere questa è abbastanza chiaro che si tratterà di un affare tutto interno alla Germania e con pochi riflessi, se non indiretti, al di fuori: la Merkel e i suoi ministri continueranno a pretendere l’austerità in Europa, mentre concederanno qualcosa all’interno.
Certo qualcuno si chiederà come mai i socialdemocratici al 26% riescano a strappare concessioni così importanti a una Merkel sostanzialmente vincente, mentre da noi quelli che vincono calano le braghe senza nemmeno che glielo chiedano. Ma il fatto è che dopo esserci privati della sovranità di bilancio la Merkel da noi ha il 100 per cento.