Come sa bene chi è stato cinefilo quando i film non si scaricavano ancora, questo periodo dell'anno è il momento migliore per le uscite cinema d'autore. Per quanto meno che in passato, le case di distribuzione tendono a far fuori i titoli in sospeso, roba che sta lì nei listini da mesi, film reputati di scarso interesse commerciali e quindi buoni per essere mandati allo sbaraglio in una stagione in cui al cinema non ci va nessuno. Per cui, in attesa che a fine agosto esca l'ultimo Batman di Nolan e tutto ricominci, da venerdì prossimo in poi, e in parte già dalla scorsa settimana, è in vigore una specie di liberi tutti. E tra una marea di puttanate e i soliti sublimi colpi di genio dei titoli italiani (l'orrido The Sitter dell'un tempo bravissimo David Gordon Green è diventato Lo spaventapassere), salvo cambi dell'ultimo momento arriveranno nell'ordine: Love & Secrets di Andrew Jarecki, non un gran film, credo, pure parecchio vecchio, ma esordio nel cinema di finzione dal regista del notevole documentario Una tragedia americana; Margaret di Kenneth Lonergan, che molti critici americani hanno considerato uno dei migliori film del 2011 (e Lonergan è stato spesso sceneggiatore di Scorsese); Attack the Block - Invasione aliena, folle fantascienza metropolitana già passata al TFF; La mia vita è un zoo, che vabbe' sarà la solita smielata di Cameron Crowe ma fa davvero venire i lucciconi; Un amore di gioventù, il terzo film di Mia Hansen-Løve, la regista di Il padre dei miei figli, uno dei più maggiori talenti del giovane cinema francese; Le paludi della morte - Texas Killing Fields, diretto dalla figlia di Michael Mann, Ami, e presentato a Venezia; Marley documentario fiume sulla carriera del musicista raggae, inizialmente nelle mani di Scorsese, poi in quelle di Demme e infine in quelle di Kevin McDonald; The Way Back di Peter Weir, filmone storico che per quanto si annunci vecchio e pomposo (è del 2010 e se fosse bello sarebbe già uscito da un pezzo) è pur sempre del grande Peter Weir; e infine, e soprattutto, C'era una volta in Anatolia di Nuri Bilge Ceylan, capolavoro visto a Cannes l'anno passato, che mai speravo di veder uscire nelle sale italiane e di cui a suo tempo parlerò. Per ora, per quel che vale, buone future visioni.
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Come sa bene chi è stato cinefilo quando i film non si scaricavano ancora, questo periodo dell'anno è il momento migliore per le uscite cinema d'autore. Per quanto meno che in passato, le case di distribuzione tendono a far fuori i titoli in sospeso, roba che sta lì nei listini da mesi, film reputati di scarso interesse commerciali e quindi buoni per essere mandati allo sbaraglio in una stagione in cui al cinema non ci va nessuno. Per cui, in attesa che a fine agosto esca l'ultimo Batman di Nolan e tutto ricominci, da venerdì prossimo in poi, e in parte già dalla scorsa settimana, è in vigore una specie di liberi tutti. E tra una marea di puttanate e i soliti sublimi colpi di genio dei titoli italiani (l'orrido The Sitter dell'un tempo bravissimo David Gordon Green è diventato Lo spaventapassere), salvo cambi dell'ultimo momento arriveranno nell'ordine: Love & Secrets di Andrew Jarecki, non un gran film, credo, pure parecchio vecchio, ma esordio nel cinema di finzione dal regista del notevole documentario Una tragedia americana; Margaret di Kenneth Lonergan, che molti critici americani hanno considerato uno dei migliori film del 2011 (e Lonergan è stato spesso sceneggiatore di Scorsese); Attack the Block - Invasione aliena, folle fantascienza metropolitana già passata al TFF; La mia vita è un zoo, che vabbe' sarà la solita smielata di Cameron Crowe ma fa davvero venire i lucciconi; Un amore di gioventù, il terzo film di Mia Hansen-Løve, la regista di Il padre dei miei figli, uno dei più maggiori talenti del giovane cinema francese; Le paludi della morte - Texas Killing Fields, diretto dalla figlia di Michael Mann, Ami, e presentato a Venezia; Marley documentario fiume sulla carriera del musicista raggae, inizialmente nelle mani di Scorsese, poi in quelle di Demme e infine in quelle di Kevin McDonald; The Way Back di Peter Weir, filmone storico che per quanto si annunci vecchio e pomposo (è del 2010 e se fosse bello sarebbe già uscito da un pezzo) è pur sempre del grande Peter Weir; e infine, e soprattutto, C'era una volta in Anatolia di Nuri Bilge Ceylan, capolavoro visto a Cannes l'anno passato, che mai speravo di veder uscire nelle sale italiane e di cui a suo tempo parlerò. Per ora, per quel che vale, buone future visioni.
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