Saldi flop: negozi in crisi

Da Andreainsardi @andreainsardi

L ’ossigeno che i commercianti aspettavano dai saldi estivi, purtroppo non c’è stato. Millecinquecento negozi nel 2012 hanno già chiuso, altri 2.500 rischiano di fare la stessa fine. Il 20-25 per cento delle licenze ha cambiato padrone. Infine, molti negozianti sono stati costretti a ridurre il numero dei commessi o hanno pagato con irregolarità i salari.

«C’è anche chi – racconta Valter Giammaria, presidente della Confesercenti – per resistere alla mancanza di liquidità è stato costretto a vendersi la casa al mare. Ma l’elemento più preoccupante di questo scenario è che il mese di luglio, nonostante i saldi estivi, si è chiuso con vendite inferiori a giugno. Non era mai successo».

Il 7 luglio sono cominciati i saldi estivi, che proseguiranno fino a metà agosto. Ma a quasi un mese dalla partenza si può fare un primo bilancio e i dati raccolti tanto da Confcommercio quanto da Confesercenti confermano: ora le famiglie non fanno più acquisti nel settore dell’abbigliamento e delle calzature neppure con i prezzi ribassati.

La situazione nella Capitale si attesta su una media del 20 per cento in meno delle vendite rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con punte di -30 e -40 per cento in alcune zone della città. La causa principale ovviamente continua ad essere il calo dei consumi e soprattutto la costante diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie. Basti pensare, infatti, che ogni famiglia ha speso in media fino al 35 per cento in meno rispetto al 2011».

Certo, vi sono anche alcuni negozi che si sono salvati, hanno ridotto i danni; ma ve ne sono anche altri che segnano un meno 50 per cento, che vedono trascorrere le giornate senza uno scontrino perché  non ci sono clienti.

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