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Salemi: Sgarbi e Giammarinaro alla resa dei conti

Creato il 31 agosto 2010 da Diarioelettorale

Ho trascurato per molto tempo le vicende salemitane. La mia disaffezione per i fatti politico-amministrativi di quella cittadina si è era manifestata a partire dalla constatazione del dilettantismo e del ritardo con cui la pur ottima idea delle cosidette “case ad un euro” veniva a svilupparsi, ed ancor più era cresciuta a seguito del polemico abbandono dell’assessorato da parte di Oliviero Toscani.

Ora tuttavia sembra che ci si avvicini ad un punto di svolta, ad una resa dei conti, e che il tutto meriti la massima attenzione.

Il sindaco Vittorio Sgarbi ha risposto con durezza alle dichiarazioni rilasciate dal neo assessore Salvatore Sanci e ne ha chiesto le dimissioni.

Sanci era entrato in giunta poco più di un mese fa in rappresentanza della componente dell’ex deputato Dc Giuseppe Giammarinaro.

“Ho appreso dai giornali – dice il sindaco – che l’assessore Sanci contesta una delibera votata a seguito di una mia direttiva per consentire la realizzazione di uno spettacolo che si era svolto già altri anni, apprezzato dai cittadini e dagli stessi sollecitato. Le argomentazioni sono offensive per la città e per quanti, a differenza di Sanci che in queste poche settimane da assessore ha brillato per la sua assenza e per essersi posto in continuo contrasto con il vice sindaco, lavorano ogni giorno per superare mille ostacoli con l’obiettivo di far crescere Salemi. Ciò che ha scritto lo pone in contrasto non solo con me e i suoi colleghi di giunta, ma con i cittadini». La presa di posizione dell’assessore che il sindaco definisce «una sua infelice iniziativa che fa venire meno il rapporto di fiducia sulla base del quale lo avevo nominato in giunta», non può che tradursi per il critico d’arte nella richiesta di dimissioni. «Mi aspetto – sbotta il sindaco – che in giornata mi giungano le sue dimissioni. Diversamente sarò io a revocarlo, tranne che Sanci non dichiari di avere agito in stato confusionale oppure non in piena autonomia perché istigato da forze oscure». Sulla contestazione della delibera e riguardo «al presunto irregolare utilizzo di fondi dei servizi sociali da noi adoperati anche per attività ricreative come gli spettacoli» ribadisce: «Non consentirò mai l’impiego di queste risorse per pratiche clientelari che nulla hanno a che fare con la falsa necessità, indicata da Sanci, di combattere la povertà».

Sulla vicenda è intervenuta anche la vice sindaco Favuzza che ha aggiunto: «Nei giorni scorsi l’ex deputato della Dc Pino Giammarinaro ha convocato i consiglieri a lui riconducibili e altri che apparentemente si dichiarano da lui indipendenti, chiedendo di apporre la firma a un documento contro Sgarbi. Giammarinaro sappia che potrà fare tutte le azioni più o meno politiche che ritiene opportune, ma non riuscirà a fermare la faticosa e ostacolata opera di cambiamento».

A rendere il clima ancor più pesante contribuisce la cronaca.

Nella notte fra il 29 e il 30 agosto qualcuno ha tentato di appiccare il fuoco a un portone del complesso monumentale del Collegio dei Gesuiti dal lato di via Cappasanta, utilizzato temporaneamente come uscita del “Museo della mafia”,inaugurato lo scorso 11 maggio, in occasione della visita a Salemi del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e dove sono ancora in corso lavori di allestimento.

L’ ingresso permette di accedere anche nell’ufficio tecnico del Comune.

Le fiamme hanno annerito una parte del portone e bruciato completamente una targa contenente le indicazioni sugli orari degli uffici. La polizia municipale ha effettuato i primi rilievi e ha inviato un rapporto alla locale caserma dei carabinieri.

“Staccheremo il portone danneggiato dalle fiamme e lo collocheremo nel Museo della Mafia all’interno della sezione dedicata alle intimidazioni”, è la dichiarazione del direttore del museo Nicolas Ballario, altro collaboratore di Vittorio Sgarbi, che suona sfida agli anonimi autori dell’incendio.

“Spero – dice – che siano individuati presto, per potere esporre all’interno del Museo anche le foto delle loro facce, cosicché i visitatori possano vedere quale sia il volto di balordi che, qualunque sia la natura del gesto, non hanno rispetto per la città in cui vivono”.

 


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