Rinvenuti reperti bellici di interesse archeologico
Il Mare Nostrum nasconde nei sui fondali parte della nostra storia. Lo dicono i ritrovamenti dei tanti reperti archeologici che molto spesso occasionalmente o no, vengono portati allo luce. Così è accaduto per i fondali bassi del Salento, sulla costa leccese, dove, ieri ed oggi, con il coordinamento dell’ufficio circondariale marittimo di Otranto, i sub della guardia costiera di San Benedetto del Tronto e la sovrintendenza dei beni archeologici di Taranto, hanno rinvenuto, su segnalazione di alcuni bagnanti, nel tratto di mare della zona del comune di Vernole (Lecce), detta “Le Cesine”, cinque cannoni con avancarica e vari manufatti, forse del ‘700 d’interesse storico. Con ogni probabilità, i cannoni appartengono a qualche antico galeone affondato nel canale.
I reperti bellici, insieme ad altri manufatti di interesse storico, erano situati ad appena tre metri e mezzo di profondità e probabilmente sono emersi dalla sabbia ad opera dei frangiflutti che con la loro funzione di rallentare l’avanzamento del mare, potrebbero avere contribuito a modificare le correnti marine, così da portare alla luce i resti di un vecchio galeone con i suoi cannoni.
La segnalazione dei due cannoni d’epoca è giunta alla capitaneria di porto di Otranto da un gruppo di amici, tutti di Lecce, che domenica pomeriggio avevano pensato di trascorrere qualche ora di relax in barca. Un tuffo in mare con la maschera da sub ed ecco apparire sul fondale i due pezzi antichi di artiglieria, disposti diagonalmente rispetto alla costa, a distanza l’uno dall’altro di qualche metro. Le odierne ispezioni sul fondale del mare da parte dei sub della Guardia costiera hanno confermato ciò che avevano scoperto il gruppo di persone che hanno fatto questa piacevole scoperta.
Il sindaco di Vernole, Mario Mangione, assicura la massima disponibilità della stessa amministrazione comunale “Faremo per recuperare e custodire gli antichi cannoni appena ritrovati, perché anch’essi costituiscono memoria tangibile della storia del nostro territorio, il più prossimo all’altra sponda dell’Adriatico, e per questo da sempre esposto a contatto diretto con altre genti e altre culture e segnato da tante vicende che hanno alternato scambi e commerci a devastazioni e terrore”.“Ci attiveremo subito per proseguire, insieme alle altre istituzioni preposte, la campagna di ricerca archeologica sottomarina e per determinare la attenta custodia dei reperti rinvenuti ed evitare ogni ipotesi di trafugamento che costituirebbe un grave danno al patrimonio e alla memoria collettiva”.
Le attività di monitoraggio ed identificazione del sito di interesse archeologico proseguiranno nei prossimi mesi, al fine di documentare e studiare i reperti e le modalità di tutela successive.
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