Magazine Diario personale
Ci sono persone che non si spostano mai, altre che si spostano solo nei posti conosciuti e altre invece che bramano l'avventura. Io appartengo con certezza al terzo gruppo. Con un po' d'incoscienza e un biglietto aereo mi ritrovo quasi sempre in posti dove i più non farebbero mai un viaggio zaino in spalla, ma al massimo un tour guidato a quattro stelle.
Sono cresciuta vicino alla Francia e l'appuntamento fisso di ogni estate era la gita oltre confine. La montagna era abitata per lo più da mucche e vaches che pascolavano senza tenere conto dei confini, ma noi dovevamo mostrare i documenti a due diversi doganieri, italiani e galli.Con il trattato di Schengen le frontiere scomparvero e la mia carta bianca finì in cassetto, ma nonostante l'entusiasmo di sentirmi cittadina del mondo vedere le guardiole vuote per la prima volta mi provocò un attimo di nostalgia.
Salgari e gli altri libri di avventura invece mi fecero incontrare tigri e marinai, ma a cercarli su atlanti e mappamondi scoprii con grande disappunto che i confini geografici cambiano più in fretta della durata dei libri. Anni dopo, prima di buttare nella raccolta carta l'atlante "Atlas", ho sospirato pensando a come era stato strano aggiornarlo a mano dopo la riunificazione delle Germanie.
A 18 anni feci il mio primo viaggio da sola e andai a Firenze per conoscere un nonno fuori dagli schemi. Separato ed individualista era l'esempio negativo della famiglia, ma per mia fortuna viveva in un posto abbastanza esotico da meritare il viaggio. Ogni tanto partiva per l'Europa senza avvisare nessuno ed ha continuato così fino alla fine dei suoi giorni. Devo aver ereditato tutti i geni vagabondi perché sono l'unica viaggiatrice, separata ed individualista tra i miei parenti.Con quello che mi ha lasciato il nonno ho comprato il biglietto aereo per la Cambogia e da lì non mi sono più fermata. Ogni anno un nuovo viaggio.
La curiosità e la sete di avventura non si possono spegnere. A settembre andrò in Medio Oriente, in Israele e Territori Palestinesi per mangiare il miglior hummus del mondo sfidando la geopolitica e i pregiudizi.
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