Magazine Cultura

Salone del Libro: Cronache dal Paese delle Meraviglie Volume 2

Creato il 22 maggio 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Salone del Libro: Cronache dal Paese delle Meraviglie Volume 2

Non sono mancati i viaggi in luoghi lontani attraverso le pagine scritte. Il torinese Alessandro Perissinotto ha raccontato l'esperienza a Shangai che gli ha guadagnato l'ispirazione per Coordinate d'Oriente (Piemme): l'utopia di una fabbrica dal volto umano coltivata dall'imprenditore Pietro Fogliatti, che dall'Italia vola in Cina per realizzare il suo sogno; incontrerà Jin, una donna misteriosa con un passato tanto doloroso quanto affascinante, con cui condividere sentimenti forti di rabbia e riscatto.

E un bel viaggio l'ha offerto anche il racconto di Alberto Angela, che ha intrattenuto il foltissimo pubblico dell'Auditorium parlando de I tre giorni di Pompei (Rizzoli). L'osservazione di una piccola città "sepolta viva" permette di ricostruire cosa stava accadendo esattamente al momento della catastrofe, e non solo: l'appassionante sfida dell'antropologo sta nel mettere insieme gli indizi che consentono di studiare la vita degli abitanti, la loro quotidianità, l'attività che animava Pompei prima di essere pietrificata per l'eternità.

Per celebrare i quarant'anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, la Regione Lazio ha promosso un evento che ha visto Lidia Ravera in dialogo con Walter Veltroni, Walter Siti e Chiara Valerio. Riflettere oggi sul segno indelebile lasciato nella società da uno scrittore "più discusso che letto, più ammirato che amato", significa reinserirlo in un contesto che è l'immagine di molte sue profetiche previsioni (l'omologazione, innanzitutto). Un artista completo che, dopo l'inizio in letteratura, ha spaziato andando a sperimentare nuove forme, per un bisogno carnale e fisico, non puramente intellettuale, di interrogarsi sui meccanismi del mondo, e magari trovare delle risposte per il proprio io. Uno sguardo sulla realtà animato dal bisogno di placare i dubbi, di risolverli poi attraverso un'analisi spiazzante e controcorrente, descrivendo una parabola che tocca l'apice con il lavoro testamentario, Salò o le 120 giornate di Sodoma, gigantesco monumento alla crisi della civiltà. Lidia Ravera ha usato una bellissima immagine per esprimere la consistenza del lascito di Pasolini: la sua opera ha ottenuto ciò che in linguaggio teatrale si dice "presenza", in riferimento all'attenzione concentrata sull'attore principale, silenzioso e distaccato, mentre intorno a lui la scena è in movimento.

Non sono mancati i momenti dedicati alla saggistica. Paolo Giordano ha dialogato con Massimo Recalcati su L'ora di lezione (Einaudi), un testo che appare provvidenziale in un momento come questo, in cui la scuola è diventata un tema cruciale. Nel corso della sua carriera, Recalcati, psicanalista, ha applicato i principi di Lacan a vari aspetti della vita umana (ha scritto sul "complesso di Telemaco", sul tradimento, sulla figura della madre...). Parlando di scuola, l'accento si pone sull'importanza dell'incontro, perché l'ambiente scolastico permette innanzitutto scambi e relazioni: "noi siamo la somma degli incontri che abbiamo fatto nella nostra vita", ha spiegato, "è l'altro a nominarci, a determinarci per quello che siamo; portiamo sulla nostra nuca il messaggio che la prima alterità che conosciamo, i nostri genitori, ha scritto".

E se l'anno scorso il Paese Ospite del Salone era lo Stato del Vaticano, quest'anno, dopo la bentornata laicità, un libro singolare è venuto comunque alla luce, ponendosi al limite tra il sacro e il profano. Sandro Veronesi ha presentato Non dirlo. Il Vangelo di Marco (Bompiani): un lavoro inaspettato ma originalissimo, che rielabora la materia narrativa dell'evangelista per riportarla alla luce e renderla fruibile come racconto, un racconto in cui risiede la forza grandissima della parola. Riscrivere il Vangelo non è un fatto nuovo della società contemporanea, ma proviene da una lunga tradizione; ora, però, può assumere certamente nuovi significati, soprattutto in un mondo editoriale in cui i testi religiosi sono rigorosamente separati dai laici. Una commistione di intenti è quindi possibile, in particolare per un'opera che offre snodi narrativi, colpi di scena ed immagini forti che non possono non interessare anche una scrittura laica.

Fotografie di Manuela Marascio


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :