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Da una settimana tutto il paese trema all’idea che la Regina di Bellezza - Miss Italia 2010 - lo scettro, anziché riceverlo dal Patron Mirigliani alla serata finale, lo nasconda fin dalla nascita tra le sue gambe.
Ed ecco quindi che i quotidiani, i telegiornali e le file all’ufficio postale si animano per trovare una risposta all’inquietante domanda: chi sarà la transessuale a Salsomaggiore Terme?
Milly Carlucci, convinta che si sospettasse di lei, è stata presa dal bisogno urgente di precisare che aver abusato del botox non significa necessariamente essere nata maschio. Poi però i suoi collaboratori le hanno spiegato che le voci di corridoio si riferivano ad una delle candidate, non alla conduttrice.
Così ecco che è partito il vecchio trucco promozionale, e si è cominciato a far finta di spegnere il fuoco quando invece ci si stava buttando sopra una tanica di benzina.
Questo perché il concorso di Miss Italia – al pari di qualunque programma della tv generalista – è roba antica, superata, vista e rivista milioni di volte e, oltretutto, noiosa all’inverosimile. E, come sa chiunque sia un disastro in cucina, quando il piatto da servire agli ospiti è insipido o disgustoso, la tecnica migliore è quella di abbondare con le spezie.
Dunque gli autori RAI che, vivendo nel nulla creativo non sono certo abituati a inventarsi qualcosa, hanno pensato di alzare l’audience sfruttando l’argomento più in voga e più nazional-popolare degli ultimi due anni.
Fa tenerezza, vedere l’ingenua Alessia Mancini, l’aspirante Miss da tutti indicata come la potenziale “ragazza con le palle”, piangere in diretta e lamentarsi dei giornalisti che “dicono cattiverie pur di fare soldi e senza guardare cosa può scatenare in una persona dire queste cose”. Provoca invece una forte irritazione la mise-en-scene di Milly Carlucci che la consola in diretta con banalità tipo “questa esperienza ti renderà più forte”. Come se ancora tutti credessimo alla vecchia tiritera della stampa cinica e crudele. Come se non l’avessimo imparato, che i più spietati di tutti sono proprio i personaggi della tivù, i quali montano fogliettoni a fosche tinte e costruiscono le trame più perverse al solo fine di far salire l’ascolto vestendo i panni delle marie goretti a telecamere accese.
Insomma… solo chi crede ancora al Tg1 e alla veridicità dei reality show può non rendersi conto che “il caso trans” è stato costruito ad arte dai burattinai della trasmissione per insaporire con una salsa piccante per palati non fini la pietanza al gusto stantio che Raiuno ci serve in tavola per tre sere di fila.
E’ il minestrone di menzogne surgelate che oramai, a forza di ingurgitarlo, ci siamo abituati a scambiare per delicatessen. E’ la cacca che gustiamo raccontando a noi stessi che si tratta di una prelibata Sacher Torte.
Senza contare che, oltretutto, questo abuso di argomenti complessi resi semplici a beneficio dello spettatore medio non insegna neanche nulla. Perché, a dispetto del continuo bla-bla-bla sul tema, ancora non si è imparato a chiamare le cose con il loro nome esatto, rispettoso, e imperterriti si continua a definire “un trans” e non “una trans” l’uomo diventato donna.
Intervistata oggi dal Corriere, Alessia Mancini ha dichiarato: “Mi danno del trans. Vivo una vita da alta con i sensi di colpa. Il mio ragazzo mi ha lasciata, a lui non piace questo mondo”.
Questa dichiarazione, anche da sola, dovrebbe bastare a fugare ogni dubbio sugli organi genitali forniti da madre natura alla concorrente. Perché si sa: visto dove sta andando il gusto sessuale maschile, se la Mancini davvero fossa una trans, certo il suo fidanzato non l’avrebbe lasciata.