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Adesso, è questa l'ora delle previsioni.
Previsioni? L'unica cosa certa è che nessun candidato sindaco al primo turno otterrà il 50,01% dei voti espressi; dunque si andrà al ballottaggio dove si confronteranno i due candidati a sindaco con i migliori risultati ottenuti nel primo turno.
La volta scorsa, quando al ballottaggio venne eletto Carancini, al primo turno poco meno di un terzo degli aventi diritto (5.126 elettori dei 16.002 aventi diritto) non è andato a votare, a cui vanno aggiunti coloro che pur andando a votare, 81, hanno votato bianca mentre altri 299 hanno annullato la scheda.
Tra chi al primo turno ha espresso il voto, 4.063 elettori hanno votato il candidato sindaco indicato dal centro-destra e dalla lega, Carancini; per il centro-sinistra la candidata Ceriati è stata votata da 2.699 elettori; Matteo Orlandi -sorpresa- con la sua lista conquista 1083 voti; il resto a seguire con, cinquestelle e altre liste locali da classificare tra le varie ed eventuali.
Questo ieri. Oggi, al primo turno, si gioca un altra partita e se buon senso e numeri non daranno torto, è abbastanza chiaro, l'elettorato è liquido e cercherà di dimostrarlo: tana liberi tutti.
Oggi l'incertezza è sapere chi, tra i vari candidati a sindaco, andrà al ballottaggio: chi con chi.
A giocarsela, secondo logica e visti i risultati delle recenti elezioni politiche, da una parte dovremmo trovare l'alleanza di centro-destra e lega con il candidato sindaco Caselgrandi, dall'altra la lista ufficiale del Pd, candidato sindaco Frittelli.
In realtà, nel contesto salsese con l'elettorato che misura tutti i giorni una decadenza che non trova soluzioni, né logica né il risultato delle politiche sono strumenti utili per pronostici che in realtà sono dei desiderata.
Tra le tante questioni che rendono particolari le amministrative a Salsomaggiore troviamo, ad esempio, il Pd smarrito in due liste, una ufficiale del partito con il candidato sindaco scelto con le primarie, il renziano Frittelli con l'appoggio dalla Francani di Rifondazione... e, in alternativa, una lista non ufficiale, che rosica in casa Pd e candida a sindaco l'assessore provinciale Fellini.
Tutti a chiedersi, che succede, che è successo al Pd e ai suoi dirigenti; insommma, cosa è oggi il Pd? Impossibile dirlo. In questi mesi, dopo aver creduto in una facile vittoria alle recenti elezioni politiche, di fronte alla cruda realtà del risultato elettorale, il Pd è imploso.
Però, se è difficile oggi definire cos'è il Pd, in compenso è possibile fare un lunghissimo elenco di ciò che il Pd non è.
Il Pd non è: affidabile, credibile, coerente, comprensibile, contemporaneo, democratico, decente, equilibrato, europeista, fermo, garantista, comunista, innovativo, istituzionale, leader, leale, liquido, leggero, mobilitante, on line, onesto, popolare, rock, solido, scalabile, social, utile, unito, vivo... amen!
E che dire degli indigeribili dirigenti del Pdl parmense? Anche loro non affidabili, non credibili, non coerenti, non comprensibili, non equilibrati, ecct ecct... Campioni nazionali nella perdita di consensi, per non smentirsi, ma anche per non contarsi, ecco che, più belli che pria, si presentano alle prossime comunali di Salsomaggiore, nascondendosi dentro la lista “Insieme per Salso e Tabiano”, ovvero lista della disperazione, o dei quattro cantoni; lista figlia delle difficoltà del Pdl, della Lega, dell'Udc; lista nata nella notte tra il 25 e il 26 aprile, con un candidato sindaco, Marco Caselgrandi, ai più sconosciuto e una lista di candidati al Consiglio comunale formata dai soliti conosciuti; insomma utile solo ai dirigenti dei 4 partiti, che, comunque vada (andrà male!) credono di salvarsi da giudizi imperativi ma se prima dei fatti di Parma e dell'intervento della magistratura il tutto veniva gestito da un leader ingombrante e spregiudicato ma leader vero, oggi a Parma e provincia la politica del Pdl è sequestrata e da un gruppo dirigente insipido e mediocre, che esige obbedienza altrimenti son cazzi, come racconta, per altro verso, Giampaolo Lavagetto in un libro fresco di stampa, che non per niente si titola "Fuoco amico".
Per il resto, resta poco. Rimane l'incognita Grillo, che a Salso rischia di pagare il conto di Parma dove le promesse grilline, vedi inceneritore, non sono state onorate,
Per finire, lasciando perdere candidati sindaci e liste di pura testimonianza, c'è la lista di Matteo Orlandi, uno che nelle ultime amministrative ha portato a casa il 10% dell'elettorato e che potrebbe diventare la vera sorpresa di queste elezioni.
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