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“La letteratura è un fatto d’amore. Se non ami cosa stai scrivendo, difficilmente puoi trasmetterlo al lettore. Amore è consegnarsi”.
Così inizia l’incontro con Pablo d’Ors, che presenta Il Debutto, edito da Aìsara, al Salone del Libro di Torino. Poche parole e ho immediatamente la sensazione di ascoltare un grande uomo, ancora prima di leggere un grande scrittore.
In piedi con il microfono in mano, Pablo d’Ors, spagnolo di educazione tedesca, viaggiatore da sempre, parla di scrittura, e a me sembra quasi che tra il pubblico ci sia solo io, e che Pablo parli direttamente a me.
Ci sono due cose importanti da tenere a mente.
Una: come scrittore sai molto di più di quanto pensi di sapere come uomo. Per questo bisogna scrivere molto, lasciarsi trasportare dal flusso, per scoprire, come in un’avventura, dov’è che la scrittura può portarti. Bisogna fidarsi della penna. Scrivere è, quindi, uno stile di vita: tu, scrittore, vivi in due mondi, quello reale, da cui non dovresti mai allontanarti troppo, e quello dentro di te, che è il tuo posto segreto.
Due: non avere paura di imitare i maestri. Anzi, confessalo chi sono i tuoi maestri, perché la letteratura nasce dalla letteratura: se ti riconosci come figlio, qualcuno, prima o poi, ti riconoscerà come padre della letteratura. Tu, scrittore, appartieni a una lunga catena di ricercatori – i ricercatori della verità, i ricercatori del bello, i ricercatori della vita. Sei un anello della catena, non sentirti solo.
Brilla Pablo d’Ors, brilla della luce che viene dagli occhi del pubblico, dai miei occhi incantati. E lui continua, come se scavasse dentro di sé un tesoro e con molta attenzione lo consegnasse in custodia a ognuno di noi.
Tu, scrittore, devi essere monaco e pellegrino, solitario e viaggiatore, devi imparare, assorbire e rilasciare su carta. Ancora prima di dubitare, devi stupirti.
“Stupore”, dice Pablo d’Ors, è la parola fondamentale, per vivere e per scrivere.
E io, stupito scrivente appena agli inizi, prendo in custodia questo insegnamento, una parte di quell’immenso tesoro racchiuso nelle parole di Pablo d’Ors.
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