Il deputato cremonese Luciano Pizzetti (Pd), interpellato telefonicamente, ci ha spiegato che il decreto salva-Ilva impone la bonifica, la sostenibilità della produzione per la salute e l’ambiente e tutela i posti di lavoro. E ha ribadito che il suo voto, libero e senza vincolo di mandato, è stato “in scienza e coscienza”, un’espressione classica che ama usare perché indica consapevolezza, conoscenza, convinzione, “pulizia morale”, “etica della responsabilità”. Il timore è che Pizzetti abbia collaborato col voto a una decisione precipitosa e presa d’imperio, sopra le teste dei tarantini. E sembra una catena: anche a Brescia le acciaierie, come risulta dai controlli sanitari, nel passare degli anni hanno messo veleno nel sangue, diossine e Pcb, di lavoratori e cittadini delle zone interessate. A Cremona si va avanti serenamente, come se un’acciaieria non esistesse o anzi producesse fiori.
E dopo tanti anni di fumi infernali…
E’ vero che la questione dell’Ilva è assai delicato e che con i fattori in gioco, posti di lavoro compresi, non si può fare del populismo. Vanno prese delle decisioni che in ogni caso determinano polemiche. Il Parlamento non esiste per farsi applaudire, non fa spettacolo. L’evidenza scientifica cui si appellano i Medici per l’ambiente non è però un’impressione. Anche i periti dell’Ilva hanno partecipato all’incidente probatorio.
E c’è da fidarsi dei Riva? Può proseguire un’azienda che terrorizza Taranto? Non sarebbe stato meglio programmare una riconversione dell’azienda? O una chiusura e nuovi investimenti? Quando in Italia si sceglierà una politica industrialeTaranto uno sforzo in più se lo merita, dopo le vite umane spezzate da un’aria omicida. E molte sono le industrie che dopo tanti anni di funzionamento non sono più sostenibili oggi. Non scherzava Barack Obama con l’idea della green economy: sarebbe stata la via giusta non quattro anni fa, ma molto prima. Ora… l’emergenza è terribile e i tarantini stanno vivendo in un inferno.
Questa la lettera dell’associazione Respirare. Basta leggerla.
ASSOCIAZIONE “RESPIRARE”: UNA LETTERA APERTA AI MINISTRI DELL’AMBIENTE E DELLA SALUTE: SIA RISPETTATA LA VOLONTA’ PARLAMENTARE, SIA REVOCATO LO SCHEMA DI DECRETO AVVELENATORE
al Ministro dell’Ambiente
al Ministro della Salute
e per opportuna conoscenza:
al Ministro dell’Economia
al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali
al Ministro dello Sviluppo economico
al Ministro per la Coesione territoriale
al Ministro per gli Affari europei
al Presidente del Consiglio dei Ministri
ai Presidenti delle Commissioni “Igiene e sanita’” e “Territorio, ambiente, beni ambientali” del Senato della Repubblica
ai Presidenti delle Commissioni “Ambiente, territorio e lavori pubblici” e “Affari sociali” della Camera dei Deputati
al Responsabile per la Direttiva 98/34 della Commissione Europea
al Commissario Europeo alle Imprese e all’Industria
al Commissario Europeo all’Ambiente
al Commissario Europeo alla Salute
al Presidente della Commissione Europea
al Presidente della Commissione “Ambiente, sanita’ pubblica e sicurezza alimentare” del Parlamento Europeo
Oggetto: Sia rispettata la volonta’ parlamentare, sia revocato lo schema di decreto avvelenatore
Egregi Ministri,
vi invitiamo a rispettare la volonta’ del Parlamento cosi’ come espressa col voto unanime della XII Commissione Permanente “Affari sociali” della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012.
All’unanimita’ infatti la Commissione Parlamentare ha deliberato la Risoluzione che conclude impegnando il Governo “a revocare lo schema di decreto interministeriale citato, tenendo conto che esso si configura in conflitto con la normativa italiana e in contrasto con l’evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l’ortoprassi amministrativa e gestionale”.
I Ministri rispettino la deliberazione parlamentare, rispettino il diritto della popolazione a non essere avvelenata, e quindi revochino immediatamente quell’illegale e insensato schema di decreto avvelenatore che se approvato avrebbe criminalmente consentito di erogare come potabile acqua contaminata da sostanze tossiche e cancerogene.
Si allega il testo della Risoluzione deliberata all’unanimita’ dalla XII Commissione Permanente “Affari sociali” della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012.
Distinti saluti,
l’associazione “Respirare” di Viterbo
Viterbo, 21 dicembre 2012
L’associazione “Respirare” e’ stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell’ambiente.
Mittente:
- Associazione “Respirare”, c/o Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: [email protected] , [email protected] , web: http://www.coipiediperterra.org e http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Allegato primo: testo integrale della Risoluzione deliberata all’unanimita’ dalla XII Commissione “Affari sociali” della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012
La XII Commissione,
premesso che:
l’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment), di cui la dottoressa Antonella Litta e’ referente per Viterbo, ha inviato un articolato documento al responsabile per la direttiva 98/34 della Commissione europea, e per conoscenza al commissario europeo all’ambiente, al commissario europeo alla salute, al presidente della Commissione europea; di detto documento sono stati messi a conoscenza anche il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, i presidenti delle Commissioni “Igiene e sanita’” e “Territorio, ambiente, beni ambientali” del Senato della Repubblica; i presidenti delle Commissioni “Ambiente, territorio e lavori pubblici” e “Affari sociali” della Camera dei deputati; il presidente della Commissione “Ambiente, sanita’ pubblica e sicurezza alimentare” del Parlamento europeo;
il citato documento contiene “osservazioni in opposizione allo schema di decreto interministeriale che propone l’introduzione di alcune modifiche al decreto legislativo n. 31 del 2001 relativamente ai requisiti di potabilita’ (notification number 2012/0534/I – C50A, title “schema di decreto interministeriale per l’introduzione nell’allegato I, parte B, del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro microcistina – LR e relativo valore di parametro”), affinche’ esso sia rigettato sia per palese illegittimita’ in quanto in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia per palese inammissibilita’, in quanto in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e le inequivocabili indicazioni dello Iarc, dell’Oms e dell’Usepa, e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione”;
lo schema di decreto in questione, costituito da due articoli, stabilisce che nella tabella presente nell’allegato I, parametri e valori di parametro, parte B, parametri chimici, del decreto legislativo n. 31 del 2001 con cui l’Italia ha recepito nel proprio ordinamento la direttiva 98/83/CE, e’ aggiunta una riga concernente la voce microcistina-LR e, nella tabella note, e’ aggiunta la nota 12 che fornisce istruzioni relative alla determinazione del contenuto di tale tossina;
lo schema di decreto sembra essere stato indirizzato per verifica alla sola Commissione imprese e industrie dell’Unione europea (nel cui sito internet compare con la relativa scheda), mentre riguarda una classe di sostanze tossiche di diretto impatto e interesse primario sanitario e non industriale, in quanto e’ riferito alla totalita’ della popolazione nazionale utente di un servizio;
l’approvazione del decreto renderebbe de facto lecita l’erogazione di acque destinate a consumo umano anche in presenza di contaminazione da cianobatteri e loro microcistine, violando l’articolo 32 della Costituzione della Repubblica italiana che “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettivita’”; esso si pone peraltro in aperto contrasto con la necessita’ di combattere ogni forma di inquinamento e degrado delle acque, anche in considerazione degli obiettivi europei in tema di qualita’ delle acque previsti per l’anno 2015;
le indicazioni delle maggiori agenzie internazionali, europee ed italiane di protezione dell’ambiente e della salute evidenziano il pericolo per la salute umana determinato dalla presenza di cianobatteri nelle acque, e cio’ anche in considerazione:
a) della complessita’ biologica e, in parte ancora sconosciuta, potenzialita’ tossica dei cianobatteri;
b) della loro mutevole ed imprevedibile risposta a diverse condizioni climatiche ed ambientali;
c) delle azioni tossiche, epigenetiche, genotossiche ed oncogene di tanti e vari tipi di microcistine da essi prodotte;
d) delle attivita’ tossiche e/o cancerogene di svariati elementi contaminanti ed inquinanti le acque, tra cui le microcistine, che possono esplicarsi con molteplici e ancora sconosciuti meccanismi di interazione ed amplificazione indicati come “effetto cocktail”, diversi da quello della sola e semplice sommatoria delle loro singole azioni;
sono da tempo documentate le croniche difficolta’ del nostro Paese ad assicurare una potabilizzazione efficace, sicura e costante delle acque che presentano queste criticita’ e la mancanza di un reale e diffuso sistema di sorveglianza, allarme e gestione di questi fenomeni: valga ad esempio il caso del lago di Vico, affetto da tempo da un gravissimo processo di eutrofizzazione e da sempre piu’ frequenti e massicce fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, capace di produrre una microcistina cancerogena, non termolabile e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna lacustre, classificata dalla Iarc (Agenzia internazionale di ricerca sul cancro) come cancerogeno di classe 2 b;
nella relazione tecnica che costituisce parte integrante e sostanziale delle citate osservazioni, si presentano esaurientemente gli inconfutabili dati, le evidenze scientifiche e la vastissima bibliografia a sostegno delle osservazioni medesime; ne discende, ad avviso dei firmatari del presente atto, che per le ragioni scientifiche esposte lo schema di decreto interministeriale de quo andrebbe ritirato;
ulteriori osservazioni sono formulabili altresi’ in ordine al metodo con cui l’atto e’ stato predisposto ed avviato nel suo iter procedimentale; ed in tale ambito si evidenzia che: a) a giudizio degli interroganti le proposte di emendamento delle leggi nazionali possono riguardare l’adozione di termini piu’ stringenti, in ossequio al principio europeo di prevenzione, non termini piu’ laschi; questo schema di decreto ammette invece ed effettualmente favorisce la presenza di una classe di tossici ora non prevista ne’ tollerata dalla legge europea e italiana; b) il testo della proposta sembra essere stato indirizzato per verifica alla sola Commissione imprese e industrie dell’Unione europea (nel cui sito internet compare con la relativa scheda), mentre riguarda una classe di sostanze tossiche di diretto impatto ed interesse primario sanitario e non industriale, in quanto riguardante la totalita’ della popolazione nazionale utente di un servizio fondamentale per la qualita’ della vita, come la fornitura di acqua potabile; c) l’iter seguito si e’ quindi fin qui caratterizzato per aver effettualmente sostanzialmente eluso fin dall’origine indispensabili ed adeguati criteri, controlli e procedure; d) dal testo stesso della scheda di presentazione presente nel sito della Commissione imprese e industrie dell’Unione europea peraltro si evince come l’atto sia presentato in modo che appare a dir poco carente e pertanto come esso sia viziato per ragioni tanto di merito quanto di metodo, tanto sostanziali quanto formali; e) vi si legge che “esso non e’ una misura sanitaria o fitosanitaria”, mentre e’ di assoluta evidenza che se approvato esso avrebbe una notevole ed assai negativa rilevanza sanitaria; f) analoga sottolineatura merita l’esplicita ammissione che “L’analisi di impatto non e’ disponibile al momento della notifica”, e basterebbe questo solo dato a motivare il rigetto dello schema di decreto; g) il decreto, nel suo esito che effettualmente consente e favorisce l’erogazione per consumo umano di acqua contaminata, si pone in aperto contrasto con la necessita’ di contrastare ogni forma di inquinamento e degrado delle acque anche in considerazione degli obiettivi europei in tema di qualita’ delle acque previsti per l’anno 2015; h) ne discende che non solo per le ragioni giuridiche e scientifiche esposte, ma anche per ragioni di metodo, procedimentali, deontologiche, di congruita’ e coerenza, lo schema di decreto interministeriale de quo andrebbe ritirato;
alla luce delle suddette osservazioni si ribadisce che, in relazione allo schema di decreto interministeriale citato, dovrebbe esservi un ripensamento sia in quanto esso appare in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia in quanto risulta in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione;
impegna il Governo:
in ordine alle questioni tematiche poste da una situazione oggettivamente inquietante per la tutela della salute della popolazione ad adottare urgentemente tutte le iniziative necessarie affinche’ il decreto legislativo n. 31 del 2001, che ha recepito la direttiva europea 98/83 per quanto riguarda la potabilita’ delle acque destinate a consumo umano, non venga modificato con l’introduzione di nuovi valori di parametro per sostanze cancerogene evitabili per le quali, come noto, non esistono soglie di sicurezza;
a revocare lo schema di decreto interministeriale citato, tenendo conto che esso si configura in conflitto con la normativa italiana e in contrasto con l’evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l’ortoprassi amministrativa e gestionale.
Presentatori: Bucchino, Farina Coscioni, Miotto, Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Mecacci, Zamparutti, Argentin, Bossa, Burtone, D’Incecco, Grassi, Lenzi, Murer, Pedoto, Sarubbi, Sbrollini, Livia Turco.
Approvata all’unanimita’ nella seduta del 13 dicembre 2012
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Allegato secondo: Breve repertorio di alcuni documenti che sostengono la richiesta – e dimostrano la necessita’ – della revoca dello schema di decreto avvelenatore; documenti tutti gia’ nella disponibilita’ dei Ministri dell’Ambiente e della Salute
1. Risoluzione deliberata all’unanimita’ dalla XII Commissione Permanente “Affari sociali” della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012 per la revoca dello schema di decreto interministeriale;
2. Interrogazione del parlamentare europeo Niccolo’ Rinaldi;
3. Interrogazione del parlamentare europeo Sergio Cofferati;
4. Interrogazione dei senatori Francesco Ferrante e Roberto Della Seta;
5. Lettera alla Commissione Europea dei senatori Francesco Ferrante e Roberto Della Seta;
6. Interrogazione dei deputati Maria Antonietta Farina Coscioni, Maurizio Turco, Matteo Beltrandi, Rita Bernardini, Matteo Mecacci ed Elisabetta Zamparutti;
7. Interrogazione del deputato Antonio Borghesi;
8. Interrogazione del deputato Antonio Palagiano;
9. Proposta di risoluzione dei deputati Gino Bucchino e Anna Margherita Miotto (poi unificata con l’altra dell’on. Maria Antonietta Farina Coscioni et alii, dando luogo – con ulteriori adesioni – alla Risoluzione presentata congiuntamente da Bucchino, Farina Coscioni, Miotto, Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Mecacci, Zamparutti, Argentin, Bossa, Burtone, D’Incecco, Grassi, Lenzi, Murer, Pedoto, Sarubbi, Sbrollini, Livia Turco, Barani, e approvata con voto unanime dalla XII Commissione Permanente “Affari sociali” della Camera dei Deputati il 13 dicembre 2012);
10. Proposta di risoluzione dei deputati Maria Antonietta Farina Coscioni, Maurizio Turco, Matteo Beltrandi, Rita Bernardini, Matteo Mecacci ed Elisabetta Zamparutti (poi unificata con l’altra degli on. Gino Bucchino e Anna Margherita Miotto dando luogo – con ulteriori adesioni – alla Risoluzione presentata congiuntamente da Bucchino, Farina Coscioni, Miotto, Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Mecacci, Zamparutti, Argentin, Bossa, Burtone, D’Incecco, Grassi, Lenzi, Murer, Pedoto, Sarubbi, Sbrollini, Livia Turco, Barani, e approvata con voto unanime dalla XII Commissione Permanente “Affari sociali” della Camera dei Deputati il 13 dicembre 2012).
11. Risoluzione deliberata all’unanimita’ dalla XII Commissione Permanente “Affari sociali” della Camera dei Deputati nella seduta del 13 dicembre 2012 per la revoca dello schema di decreto interministeriale;
12. Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment – Italia): Osservazioni in opposizione allo schema di decreto interministeriale (20 novembre 2012);
13. Forum italiano dei movimenti per l’acqua: Nessuna tolleranza a sostanze tossiche nell’acqua potabile (dicembre 2012);
14. Centro di ricerca per la pace e i diritti umani: Dieci osservazioni per il rigetto dello schema di decreto interministeriale avvelenatore (11 dicembre 2012);
15. Centro di ricerca per la pace e i diritti umani: Al Responsabile per la Direttiva 98/34 della Commissione Europea. Comunicazione urgente e diffida (14 dicembre 2012);
16. Associazione “Respirare”: Osservazioni per il rigetto dello schema di decreto che consentirebbe la presenza nell’acqua potabile di microcistine cancerogene (16 dicembre 2012);
17. Comitato di Viterbo in difesa della salute, dell’ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: Sette Osservazioni allo schema di decreto interministeriale notification number 2012/0534/I – C50A (17 dicembre 2012);
18. Nota di replica all’intervento del rappresentante del Ministero della Salute nella seduta del 12 dicembre 2012 della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati sulle risoluzioni n. 7-01041 e n. 7-01063 (13 dicembre 2012);
19. “La nonviolenza e’ in cammino”: Quattro Osservazioni avverso lo schema di decreto all’esame della Commissione Europea identificato con notification number 2012/0534/I – C50A (18 dicembre 2012).