“Corsa per salvare il cineteatro” titolava ieri il Corriere Adriatico su un articolo di Barbara Rossi che tornava sull’argomento “La Perla”. Che dalla prossima stagione sia sostanzialmente obbligatorio attrezzarsi per il passaggio al digitale è cosa nota. Quello che non era noto è cosa vogliano fare il Comune e il gestore in proposito. Ora apprendiamo che c’è l’intenzione di concorrere al Bando Regionale che assegna ai vincitori la metà della somma necessaria all’ammodernamento degli impianti di proiezione in senso digitale. È cosa buona e giusta, non fosse che rimane aperta la domanda: chi tirerà fuori il rimanente 50%?
Parliamo di cifre consistenti, almeno 60.000 Euro in totale, per cui mancherebbero, nel caso si riuscisse a partecipare al bando, almeno 30.000 Euro. Verolini, il gestore, dichiara di non essere nella possibilità di investire ulteriormente. Il Sindaco, come sempre, piange miseria anche se rimane possibilista. Un accordo col gestore potrebbe essere la chiave di volta, impegnando lo stesso all’investimento e nello stesso tempo a tenere aperta la sala ancora per qualche anno, magari senza pagare canoni, finchè non si rientri della cifra, o di parte di essa, necessaria all’acquisto del macchinario.
Viste però le modalità di gestione della sala e gli scarsissimi risultati ottenuti in termini di pubblico e, conseguentemente, di servizio alla cittadinanza, mi pare lecito chiedersi se valga la pena. Se la politica del gestore permane quella di proiettare pellicole in contemporanea ai multisala, politica fin’ora fallimentare, mi pare che stiamo buttando via soldi. Meglio sarebbe, a questo punto, non investire e puntare su una programmazione incentrata su pellicole analogiche, organizzando cicli e monografie. Ma sarebbe un peccato, perché l’occasione di ammodernare la sala e renderla più efficiente aumentandone anche il valore, approfittando di un sostanzioso contributo a fondo perduto non si presenta tutti i giorni.
Bisognerebbe cambiare politica commerciale, smettere di cercare di far concorrenza ai grandi cinema e impostarsi su una programmazione più specifica, magari per ragazzi. In effetti le uniche volte in cui si sono staccati biglietti in un numero decente sono state quelle in cui si programmavano film per i più giovani. Nei fine settimana utilizziamo la sala, quindi, per uno scopo sociale come quello di dare uno svago e un luogo di ritrovo alla nostra gioventù, magari contribuendo ad educarla con l’ausilio di film mirati. Negli altri giorni programmiamo cicli, monografie, manifestazioni multimediali. Allora l’investimento avrebbe un senso. Ma spendere qualcosa come 60.000 Euro per proiettare cinepanettoni che nessuno verrà a vedere mi pare buttare i soldi dalla finestra.
Luca Craia