E’ stupefacente quanto la destra governante sia subdola e meschina e quanto essa sia capace di esprimere disistima e mancanza di rispetto verso l’intelligenza del cittadino-elettore. Mentre l’Italia subisce un attacco finanziario senza precedente, con lo spread che tocca livelli mai toccati e lo spettro della Grecia che si fa sempre più vicino, coloro che governano il paese da quasi diciassette anni hanno il coraggio di dare la colpa all’opposizione. Leggete i giornali filo-governativi (Il Giornale, Libero) per credere: la colpa è della sinistra che “rema contro”, che fa del tutto per mettere in cattiva luce il Paese. Come se questa situazione fosse figlia di un mero chiacchiericcio da comari. Il problema vero, quello che gli Italiani ormai dovrebbero aver ben capito, è che questi signori, invece di governare, nei lunghi anni di potere null’altro hanno fatto che sistemare i propri interessi, senza mai porsi il problema di quello che realmente stesse accadendo alla nostra economia e alla nostra società. E ancora oggi, proprio mentre la situazione sembra essere prossima a precipitare, mentre il “mago della finanza” Tremonti cerca di varare una manovra cerchiobottista che di più non può e ciononostante scontentando tutti i suoi alleati, loro non trovano emergenza più urgente che di fare una legge, l’ennesima, salvasilvio. Posto che forse in linea di principio potrebbe anche essere condivisibile la norma secondo la quale si dovrebbe attendere la sentenza della cassazione per saldare il dovuto in caso di procedimenti relativi a risarcimenti, nella fattispecie il primo a giovarsene sarebbe proprio Berlusconi. E anche fosse potrebbe anche starmi bene qualora tutto ciò avvenisse in una situazione di economia florida dove questo sia veramente l’unico problema a profilarsi. Ma sappiamo bene che non è così e che oggi il Paese ha bisogno di tutt’altri interventi. Che non sono i ministeri al nord, che non sono le leggi salvafininvest, che non sono le riforme della giustizia. Oggi servono interventi seri e incisivi per rilanciare e consumi e l’economia. Ma chi li fa?
Luca Craia