I rifiuti sono da anni al centro di discussioni e scontri a livello internazionale ed europeo.
Il primo problema che ci si trova a dover affrontare è la loro costante ed abnorme fabbricazione.
Ogni anno soltanto in Europa sono prodotti circa 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti, di cui 40 milioni di tonnellate di natura pericolosa. Con l'aumento della ricchezza e del benessere, dagli anni 90, nei paesi occidentali, è cresciuta anche la produzione dei rifiuti.
Ci siamo mai fermati a pensare che la scarsa attenzione che nel quotidiano mettiamo nello smaltimento dei rifiuti si ripercuote sulla nostra salute?
L'allarme viene da alcuni illustri medici e pediatri che richiamano l'attenzione sullo stretto collegamento che c'è tra l'ambiente in cui viviamo e la nostra salute, puntando i riflettori in particolar modo su chi vive in prossimità delle discariche e degli inceneritori, su cui si accumulano nuovi fattori di rischio per la salute ancora troppo spesso ignorati. Riflessione ovvia e condivisibile a pieno, ma spesso sottovalutata e dimenticata.
Fatto il possibile dal lato della prevenzione, attraverso l'attuazione di una serie di interventi legislativi volti a identificare obiettivi e stabilire incentivi insieme ad iniziative di vendita dei prodotti alla spina o con vuoto a rendere, di riduzione degli imballaggi (non sono rari i casi in cui l'imballaggio è più pesante e voluminoso dell'oggetto che contiene), occorre poi passare alla raccolta differenziata.La corretta gestione dei rifiuti è quella che ha come obiettivo la riduzione della quantità dei materiali da portare allo smaltimento finale.
Greenpeace propone una strategia codiddetta delle "Erre": Riduzione alla fonte, Riutilizzo/Riuso, Raccolta differenziata porta a porta, Riciclo/Recupero dei materiali.
Solo controllando le alterazioni dell’ambiente
si possono evitare le malattie da inquinamento:
la salvaguardia della salute deve passare attraverso la salvaguardia dell’ambiente.