Tutti lo chiamano “Il Torrione” o, in dialetto, Lo Torriò ma in realtà si tratta di un antico mulino fortificato, databile intorno dall’anno 1000 all’anno 1200 ma, presumibilmente, esistente in zona fin dall’800, facente parte del complesso dei mulini fortificati della valle del Chienti.
La costruzione, che nel tempo ha visto costruire al suo fianco anche una casa colonica, è stata acquistata dal Comune di Montegranaro nei primi anni 2000 per una cifra anche considerevole. L’allora Sindaco Gianni Basso aveva un progetto per il suo recupero che, però, fu respinto dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Marche. Da allora è stato pressochè dimenticato.
Ora le sue condizioni cominciano a diventare preoccupanti tanto che si ritiene che resti in piedi soltanto in virtù dell’enormità delle sue mura che, però, vale la pena ricordarlo, sono mura a sacco e, quindi, posso sbriciolarsi. In effetti, l’impressione che si ha è che il torrione si stia lentamente polverizzando, mentre sono ben visibili inquietanti crepe.
È un bene storico notevole, molti professionisti montegranaresi vi hanno effettuato degli studi, esistono progetti di recupero ed esiste la possibilità di reperire fondi. È importante per la salvaguardia della memoria storica cittadina e per i progetti esistenti e futuri relativi allo sfruttamento del territorio in chiave culturale e turistica non abbandonare questa struttura ormai millenaria. Lancio quindi un appello al Comune per studiare delle soluzioni anche in collegamento col vicino parco fluviale e per scongiurare che si verifichino danni irreparabili a questo importantissimo tassello della nostra memoria.
Luca Craia