Samantha porta futura nello spazio

Creato il 23 novembre 2014 da Media Inaf

L’astronauta dell’ESA Samantha Cristoforetti indossa la sua tuta pressurizzata Sokol al Centro Gagarin Addestramento Cosmonauti, in Russia durante la preparazione per la sua missione, denonominata Futura, di sei mesi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Crediti: ESA–S. Corvaja, 2014

Alle 22.01 ora Italiana, il vettore russo Soyuz, come ormai consuetudine da 50 anni, si alza rombante verso il cielo, destinazione l’orbita bassa, dove si trova la Stazione Spaziale Internazionale. A bordo i veterani Terry Virts della NASA e Anton Shkaplerov della Roscosmos, ma anche il capitano dell’Areonautica Militare, Samantha Cristoforetti.

Settimo astronauta italiano, Samantha Cristoforetti è il primo astronauta di genere femminile del nostro paese a oltrepassare l’atmosfera terrestre e a poter osservare il pianeta azzurro dallo spazio. Non è un caso l’uso del termine “genere femminile” (leggi Media INAF). Il capitano Cristoforetti non ha mai amato essere definita donna, non che non lo sia, ma, diciamo, la irrita l’accezione che la renderebbe speciale, come se il suo merito dipendesse più da questo che dalle sue capacità. Comunque la si intenda resta comunque un avvenimento, pari almeno, ma forse di più, ai tanti record precedenti: Franco Malerba è stato il primo, Umberto Guidoni è stato il primo europeo sulla ISS, Maurizio Cheli il primo astronauta della nostra aviazione, Roberto Vittori il primo abilitato a pilotare la Soyuz e primo a raggiungere la ISS con i due vettori, Soyuz e Shuttle, Paolo Nespoli il primo a compiere una missione di lunga durata sulla ISS, Luca Parmitano il primo italiano a compiere un’attività extraveicolare. Samantha Cristoforetti è la prima italiana.

Tornando alla missione, serviranno sei ore di volo per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale, nella quale dovrà svolgere un vasto programma scientifico: sono, infatti, contemplati esperimenti di fisica, biologia e fisiologia umana, condotti in condizioni di microgravità, dai cui risultati potranno derivare dei miglioramenti nelle condizioni di vita e salute sia degli astronauti impegnati in lunghe missioni spaziali che delle persone sulla Terra. POP3D è invece la via italiana alla stampa tridimensionale in orbita, un progetto che prevede la fabbricazione di un oggetto di plastica in una sessione automatizzata. Accanto alla stampante americana arrivata da poco sulla ISS, dovrà dimostrare la possibilità di costruire pezzi di ricambio direttamente nello spazio. Infine, Samantha farà contemporaneamente da “cavia e tecnico di laboratorio”, come ha detto lei stessa, per l’esperimento dal sapore più marcatamente italiano, la macchina per il caffè espresso in assenza di gravità (guarda lo speciale di INAF TV) che arriverà a missione inoltrata. Oltre a rilassare l’equipaggio, dicono dall’ASI, permetterà di studiare il comportamento dei fluidi nello spazio,

Samantha si è resa disponibile a mantenere un costante collegamento con la Terra, con Avamposto 42, per regalare pillole della sua esperienza ai tanti appassionati. La sfida della comunicazione non è secondaria, le possibilità tecnologiche in questi venti anni sono molto cambiate e se nel 2001 avere uno scambio via mail con Guidoni era già considerata una grande opportunità, nel 2002 Vittori chiamava al telefono dallo spazio. Ma il più grande, posti i debiti paletti delle differenti opportunità, è stato fin qui Luca Parmitano, che ha aggiunto alle innovazioni tecnologiche, un’empatia naturale mai riscontrata nei suoi predecessori.

Almeno fino ad oggi.

Fonte: Media INAF | Scritto da Francesco Rea


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