Magazine Cinema
Un evento catastrofico sta squassando la West Coast da Los Angeles a San Francisco: un terremoto di proporzioni gigantesche che sta seminando morte e distruzione.
Quella che una volta era una famiglia felice deve riunirsi per superare tutte le avversità del destino...
All'improvviso l'ignoranza .
L'ignoranza di quella maglietta che trattiene a stento i bicipiti e i deltoidi di The Rock , a cui continuiamo a volerci un sacco di bene nonostante tutto, di quelle mani alla Gianni Morandi che possono essere ferro o possono essere piuma e viste attorno al viso minuto di Carla Gugino invece di carezzarla ti aspetti quasi che glielo schiaccia quel bel faccino, l'ignoranza mia che quando vedo Alexandra D'Addario che nuota disperatamente metri sotto il pelo dell'acqua alla disperata ricerca della salvezza mi faccio abbindolare e trasportare da tutto quel ballare di bocce lì davanti facendomi sfuggire il pathos della sequenza in questione, roba che se l'avessi vista trent'anni fa sicuramente avrei sofferto un calo delle diottrie per tante se..renate dedicate alla tizia in questione e soprattutto avrei dovuto fare qualche terapia per la tendinite ai polsi..
San Andreas è l'epitome dell'ignoranza cinematografica, è un emmerichata arrivata in ritardo, una carnevalata dell'assurdo che si fa forte del suo comparto tecnico per non far rimpiangere il cosiddetto prezzo del biglietto.
Il problema nel recensire questi film , o perlomeno nel parlarne indegnamente come si fa qui, è che non sai mai se credere all'epidermide o alle celluline grigie.
La prima è moderatamente soddisfatta: il comparto tecnico e di primo ordine, le distruzioni sono imponenti, gli effetti credibili, la frantumazione di icone americane è a livelli alti quasi alla Indipendence Day, insomma Brad Peyton e la sua crew mettono in scena un disaster movie vecchio stile che riempie l'occhio in più di un'occasione.
Il problema sorge quando nel film cominci a guardare tutto il resto che non sia confezione: cominci a vedere una storia talmente piena di atti supereroistici da parte del suo protagonista che quasi ti aspetti che abbiano riadattato una sceneggiatura di un Superman qualsiasi , senti dialoghi che flirtano con la banalità ad ogni cambio di scena, cominci a vedere subito quella retorica familista ( l'unione della famiglia contro tutte le avversità del destino e non c'è catastrofe che tenga) che un po' infastidisce e poi nel finale ti viene dato il colpo di grazia, un vero e proprio proiettile alla nuca che ti lascia lì stramazzato al suolo, di quella bandiera americana che viene spiegata al vento e comincia a sventolare su uno sfondo di macerie.
Ecco bastasse solo quella per ricostruire , ne ordinerei un camion.
San Andreas è come un'entrata a,piedi uniti altezza tibia del classico stopper che ha speso la sua carriera nella terza categoria calabrese oltre che nelle patrie galere, un passatempo che ti godi meglio se metti nel gargarozzo qualche pinta di FinkBrau calda presa direttamente dal LIDL sotto casa, è un atto d'amore per il popcorn al cinema , per il grasso che ti si deposita sul fegato, è un rutto a diecimila megatoni sparati in faccia a chi osa parlarti di cinema d'autore.
E' tutto questo ma lo mette subito in chiaro.
Onestamente.
Anche se il cinema è un'altra cosa non puoi non fare gli occhi a cuoricino quando vedi quel bestione adorabile di The Rock che cerca di fare la faccia contrita e poi, non riuscendoci, si gira dall'altra parte per non farsi vedere.
Come fai a non amare uno che sa guidare tutto quello che trova, dal tosaerbe al motoscafo passando anche per l'elicottero e l'aereo e come fai a non amare uno che butta giù pareti a furia di doppi calci volanti ?
No, non si può.
E il cinefilo snob che è dentro di me si deve arrendere . Senza condizioni.
L'ignoranza ha vinto.
Ma anche Alexandra Daddario.
PERCHE' SI : c'è The Rock e Alexandra Daddario e già basterebbe. Poi c'è anche un comparto tecnico di primo ordine.Ma non cercate altro.
PERCHE' NO : la storia è tremebonda come la faglia di Sn Andreas, dialoghi oltre la banalità, retorica sparsa a piene mani.
LA SEQUENZA : il crollo della diga se vogliamo rendere giustizia a chi ha curato gli effetti speciali, altrimenti la vera sequenza memorabile è la nuotata subacquea della Daddario.
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
Film del genere visti con la compagnia giusti sono di comicità esplosiva.
A The Rock continuo a volerci bene sempre e comunque.
Alla Daddario vorrei volerci bene ma sono schiaffoni dalla bradipa.
Ogni tanto un film così ignorante serve per far prendere aria ai neuroni.
( VOTO : 4 / 10 )
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