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San Babila ore 20: un delitto inutile

Creato il 28 dicembre 2010 da Robydick
San Babila ore 20: un delitto inutile1976, Carlo Lizzani.
Secondo poliziottesco della mia rassegna sul genere, ancora di Carlo Lizzani già eletto tra i miei miti, stavolta lo metto non nei cult ma nell'Olimpo, questo film m'è piaciuto da morire!
Riporto i fatti d'ispirazione storica del film da wiki: "La storia nasce da un'idea di Carlo Lizzani e Mino Giarda. Si tratta di un fatto di cronaca realmente accaduto a Milano il 25 Maggio del 1975: l'uccisione di Alberto Brasili in via Mascagni, non lontano da piazza San Babila, ad opera dei neo-fascisti Antonio Bega, Enrico Caruso, Giorgio Nicolosi, Pietro Croce e Giovanni Sciavicco (quest'ultimo 17enne). La sceneggiatura fu scritta da Lizzani e Giarda insieme ad Ugo Pirro."
Quindi, come per "Banditi a Milano", si tratta di un film di fatto coevo a quanto racconta.
Chi è nato e/o cresciuto a Milano negli anni '70 non può non ricordare cosa e chi erano i "sanbabilini". All'epoca io avevo quasi 10 anni, non ho memoria del fatto di cronaca ovviamente, ma la fama dei neofascisti (e pure neonazisti, diciamolo chiaramente) del bar Sundown di piazza San Babila arrivava persino a noi bambini dell'hinterland. Io già "azzardavo" giri a Milano (nel 76, 77), con coetanei, era un viaggio allora da casa mia arrivare in centro, 7 km lunghissimi che ora con la metropolitana si percorrono in 15'. Ogni volta c'era quasi il terrore negli occhi dei miei genitori, non scherzo, tafferugli e casini più o meno grandi erano quasi all'ordine del giorno e se c'era un posto dove non bisognava proprio andare era San Babila; quindi Duomo, Galleria, P.zza della Scala, Sforzesco, tutta quell'area ok, ma già inforcare C.so Vittorio Emanuele, o C.so Europa, P.zza Fontana era un azzardo.
San Babila era nota a tutti, forze dell'ordine comprese. Queste ultime però quasi mai intervenivano, erano estremamente tolleranti con quella gente, salvo quando sforavano nella criminalità comune, allora venivano perseguiti, per il resto, il loro molestare chiunque anche solo somigliasse a un "rosso", fare svastiche sui negozi dai nomi ebraici, spaccare i motorini fuori dalle "scuole di sinistra", sembrava considerato un servizio di ordine pubblico da chi l'ordine avrebbe dovuto mantenerlo invece, e per tutti senza distinzioni. Questo aspetto il film lo illustra benissimo, in tanti momenti.
Molte le protezioni politiche ed all'interno di polizia e carabinieri per loro, non c'è da stupirsi. Inevitabile che la sfrontatezza ed il senso d'impunità potessero portare alcuni di loro a "sforare", come fu in questo caso. Terminato un breve prologo, il film racconterà una sola giornata dei 4 invasati, 2 studenti e 2 più adulti, uno solo di loro di origini meridionali e non proprio benestante, gli altri figlioli dell'alta borghesia milanese. Un solo pensiero: accanirsi su gente di sinistra, ebrei, chiunque, per usare le loro parole, appartiene agli "inferiori". Ne faranno di ogni nell'arco della giornata, ma la più importante, un attentato con bomba ad una sede sindacale, fallirà per la paura che ha impedito ad uno di loro, sottoposto ad una specie di iniziazione, di accendere la miccia. Scatta una molla la sera, il ragazzo che ha fallito deve dare una prova di fascistitudine inequivocabile, allora fuori dal solito bar vedono una coppietta immediatamente etichettata come "rossi" e comincia la caccia...
Sapevo di cosa trattava il film, non pensavo lo facesse con tale e tanta ricchezza di dettagli (non mancano riferimenti a molti eventi precedenti, come la vicenda di Pinelli), mi sono ritrovato decisamente impreparato proprio dal punto di vista psicologico. Il ritratto di questi 4 fanatici lascia esterrefatti, il peggio di quello che potevo pensare di gente come loro è stato superato alla grande. Esibizione di fede fascista e nazista che, perlomeno per chi non la condivide come me, prende lo stomaco. Film di grandissimo realismo, realizzato con buona parte di attori non professionisti, con scene girate nel vivo di vere manifestazioni e durante la ripresa delle stesse alcuni passanti si sono uniti spontaneamente facendo sorgere risse che le forze dell'ordine hanno dovuto sedare, è pazzesco ma quegli anni erano così!
Film da Olimpo, mi ripeto volentieri.
Preparate una camomilla prima del finale, c'è un inseguimento da cardiopalma.
Altre considerazioni sotto i frame
San Babila ore 20: un delitto inutileI 4 protagonisti ad un funerale, la mattina, di un vecchio camerata, pieno d'iconografia, musiche e saluti a tema. Se dovessi scegliere una foto simbolo del film è questa. Sono incazzatissimi, non ne possono più di non incidere in modo determinante a livello sociale, è qua che nasce quella folle giornata.
San Babila ore 20: un delitto inutileAvrei messo volentieri qualche decina di frame che ritraggono il centro di Milano dei tempi, tanti i ricordi che mi provocano.
San Babila ore 20: un delitto inutileLa boutique Finzi, graffittata con svastiche. La polizia è lì, chiama la centrale ma dicono di non intervenire, chiamano ancora e confermano. Dei cittadini indignati andranno a cancellare i segni ma diverranno bersagli di fionde che tirano biglie d'acciaio, gente che si fa male, vetri che si spaccano. Dalla centrale però rispondono sempre di non intervenire.
San Babila ore 20: un delitto inutileUn ragazzo rimane indietro, staccato dal corteo dello sciopero. Parte l'ordine all'interno del Sundown e un branco schizza fuori come sciacalli, una delle scene emblematiche, col ragazzo che strappata di mano agli aggressori una catena la farà roteare in aria per tenerli lontani e fuggire verso C.so Europa.
San Babila ore 20: un delitto inutileIn Sempione a fare i pirla con cazzi di gomma, verranno fermati dalla buon costume, e come sempre poi rilasciati, si sentono invincibili, padroni di fare ogni cosa. Se devo essere sincero però, a parte il loro atteggiamento, in questa scena non mi sono affatto dispiaciuti! Gli oggetti li avevano presi nel vicino sexy shop, tra i primi in italia, simbolo della sesso-ipocrisia nostrana: lì dentro, al chiuso, tutto è permesso e tutti entrano come trasformandosi e perdendo identità, poi fuori dal negozio è tutto un tabù. Non avevano mica torto in fondo, anche se la mia interpretazione del loro gesto non è esattamente identica alla loro.
San Babila ore 20: un delitto inutileWalter Valdi, cabarettista milanese, volto noto nei locali dei tempi con alcune apparizioni anche sui palinsesti nazionali.
Vorrei dedicare la rece ad un amico recente e prezioso, non se ne vogliano i più "vecchi", ce ne saranno per tutti di dediche che faccio con grande piacere, sono la mia forma di Memoria. L'amico è magar, milanese doc il cui blog, dedicato agli anni 70s, è una raccolta di chicche soprattutto musicali ma anche di film. Consigliatissimo!

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