Si è ripetuto anche stavolta il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro, Santo Patrono di Napoli: il miracolo è stato annunciato dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, alla folla di fedeli e turisti accorsi nel Duomo per assistere all’evento. “Il sangue – ha dichiarato il cardinale – era già sciolto nel momento in cui è stata aperta la teca”. Un lungo applauso aveva infatti accolto l’ampolla contenente il sangue fin dall’uscita dalla Cappella di San Gennaro, segno che i presenti già si erano accorti dell’avvenuto miracolo (che si ripete tre volte l’anno: il sabato che precede la prima domenica di maggio,il 19 settembre ed il 16 dicembre). Una festa che però è stata rovinata, in parte, dal maltempo, visto che, proprio a causa delle piogge di questi giorni, non si è potuta svolgere la tradizionale processone con le reliquie del Santo Patrono.
“Vogliamo affidare a San Gennaro i nostri giovani” ha detto Crescenzio Sepe in un passaggio dell’omelia“hanno diritto di guardare con fiducia e serenità al loro futuro – ha affermato – facendosi protagonisti di una società moderna e giusta”. Il presule ha “affidato” al Santo Patrono anche “i malati, i carcerati, gli emigrati, i senza fissa dimora, i disoccupati, gli emarginati, gli sconfitti” e ha invitato “i cristiani di oggi a costruire la casa comune, rinunciando a interessi individualistici e discriminatori. Come Chiesa – ha continuato - non possiamo rimanere inerti di fronte alla perdurante mancanza di lavoro e reddito: tutti conosciamo e facciamo esperienza quotidiana delle precarie condizioni economiche e sociali nelle quali ci troviamo a vivere come capita in altre città e territori d’Italia e del mondo”.
Il Miracolo di San Gennaro vanta ormai una tradizione millenaria: la prima volta datata, infatti, 1389 o almeno fu la prima volta che fu annotata la liquefazione del sangue del Santo sulle pagine del “Chronicon Siculum”. La storia, o la leggenda, racconta che una donna avesse raccolto in due ampolle il sangue di San Gennaro al momento della sua decapitazione, avvenuta il 19 settembre del 305 a Pozzuoli di fronte alla solfatara dove oggi sorge il santuario, per poi consegnare la reliquia al vescovo di Napoli. Da anni, e ogni anno, a seguito delle preghiere e delle suppliche dei fedeli, i grumi secchi, solidi e scuri, spontaneamente si sciolgono e il sangue contenuto nelle ampolle assume il colore rosso vivo quasi ribollendo. Da sempre la liquefazione del sangue di San Gennaro è considerato un buon segno per la città di Napoli e, al contrario, il mancato miracolo è considerato un cattivo presagio.