Quasi sconosciuto, un po’ trascurato per la compresenza del più noto San Pio di Pietrelcina, San Leopoldo Mandic, le cui spoglie sono state traslate in San Pietro per volontà di Papa Francesco, in occasione del Giubileo della Misericordia, è invece una figura che merita di essere conosciuta. Denominato il santo della confessione, Leopoldo da Castelnuovo, al secolo Bogdan Ivan Mandić, frate cappuccino nato a Herceg Novi, nell’attuale Montenegro, il 12 maggio 1866, morto a Padova e proclamato santo da Giovanni Paolo II nel 1983, è vissuto 76 anni. Subì il confino dopo la rotta di Caporetto nel 1917 per aver mantenuto la cittadinanza austriaca, ma alla fine della Grande Guerra tornò a Padova dove è rimasto fino alla morte, avvenuta il 30 luglio 1942. La vita di San Leopoldo Mandic è stata un esempio illuminante di conciliazione, tra cristiani e dei cristiani, non per niente Papa Francesco ha scelto di far venire a Roma le spoglie di questo santo per magnificare la misericordia sublime nelle opere e nell’esistenza umana. San Leopoldo Mandic fu un confessore molto amato, con i penitenti non si mostrava rigido e severo, ma accogliente, comprensivo e indulgente, per tale motivo venne perfino accusato di lassismo, un equivoco che dimostrava invece quanto fosse grande l’umiltà del frate, un’umiltà spontanea al servizio degli altri, senza sostituirsi al giudizio divino, né come persona, né come confessore.
Per avere più notizie su San Leopoldo Mandic consiglio il sito http://www.leopoldomandic.it/, vi troverete la biografia, la bibliografia e molto altro sul santuario in Padova a lui dedicato.