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San Martino del Lago, il circuito ricorre al Tar contro Comune e Provincia

Creato il 19 maggio 2015 da Cremonademocratica @paolozignani
San Martino del Lago, il circuito ricorre al Tar contro Comune e Provincia

Il caso ha rilievo perché è utile a comprendere quale efficacia possano avere gli atti amministrativi. Se un'attività economica o sportiva produce rumore o altro tipo di inquinamento che danneggia chi abita nelle vicinanze, le amministrazioni richiedono l'esecuzione di opere che riducano l'impatto negativo. Che efficacia hanno queste decisioni? Se non ne hanno, vengono eseguite con notevole ritardo, i cittadini possono dimostrare di subire danni. Ora che gli enti locali sono indeboliti dalle leggi nazionali, possono far rispettare le loro decisioni oppure i privati beneficiano di controlli più lievi, al punto da sentirsi di fatto liberi? La pubblica amministrazione ha il compito di tutelare la salute: la debolezza dei Comuni espone i cittadini a rischi eccessivi. San Martino del Lago, ma non solo, è uno dei Comuni che si trovano in una situazione complicata.

La società proprietaria del circuito di San Martino del Lago ha sfrattato il gestore, cioè la srl Circuito di San Martino del Lago, che ha utilizzato la pista automobilistica e motociclistica in affitto dal giugno 2012. Le opere di mitigazione ambientale non sono ancora state eseguite, benché fossero previste sia dalla Regione che dalla Provincia. Per attutire il rumore delle auto e delle moto occorre secondo la Regione e la Provincia una barriera fonoassorbente, oltre al terrapieno e agli alberi. Ma la barriera fonoassorbente, l'opera principale di mitigazione dell'inquinamento acustico, ancora non c'è.

La questione si complica con un ricorso al Tar, presentato dalla società di gestione contro il Comune e l'amministrazione provinciale. Per il gestore il Comune dovrebbe presentarsi davanti ai giudici amministrativi di Brescia per aver sospeso l'attività, dopo aver dato il permesso di costruire: infatti il sindaco Dino Maglia ha fatto sapere alle autorità di aver inviato una nota di chiusura temporanea delle attività del circuito.

L'amministrazione provinciale, chiamata in causa dal gestore perché titolare del procedimento di valutazione dell'impatto ambientale, ha deciso di non costituirsi in giudizio. Rimarrebbe in aula il solo Comune, che come stabilito dal decreto del giugno 2014 è delegato a verificare l'attuazione delle opere.


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