O du guter Nikolaus
Mit dem Bart und Besen
Leer dein Säklein für uns aus
Wir sind brav gewesen.
(Oh tu, buon Nicolò, con la barba ed i baffi, vuota il tuo sacchetto per noi, che siamo stati bravi)
In seconda elementare, da noi, era d’obbligo lo studio del tedesco. E subito ci insegnavano le filastrocche per ogni occasione e festività.
Quella riportata sopra era per san Nicolò, una festa molto sentita in area tedescofona, ed era pure giorno festivo per gli scolaretti delle elementari (“San Nicolò da Bari, la festa dei scolari, la festa dei putei… Sona tuti i campanei.” ).
I bimbi bravi ricevevano un sacchetto di cellofane rosso, ripieno di dolcetti, tra i quali un’effigie del santo in pasta di pan di zenzero, mentre i cattivi venivano puniti dal Krampus, sorta di orrendo diavolaccio cornuto, armato di frusta. Per le strade sfilava appunto il carro che trasportava i due personaggi, il vescovo lanciando dolciumi ed il diavolo agitando le catene e la sferza. E l’apparizione del Krampus, che si agitava ed urlava come un ossesso, provocava molto spavento tra noi bambini.
La figura di San Nicolò si tramutò poi in quella del Babbo Natale, inizialmente vestito con una lunga zimarra come l’indumento del vescovo, che poi diventò il rosso costume bordato di bianco, inventato dalla Coca Cola.