- L’Apostolo delle genti incontrò Maria, la madre di Gesù? Nessuna testimonianza a riguardo. Ma un’espressione della lettera ai Galati è molto significativa: non per le cose del cuore ma della fede. “Quando venne la pienezza dei tempi Dio mandò il suo Figlio nato da donna...” (Gal 4:4) Maria rientra nel piano del Padre e nel mistero del Cristo. A Gesù dona un corpo, che può diventare sacrificio sulla croce. Gesù non è un’apparenza, come alcuni cominciavano a dire, considerando inconcepibile che Dio avesse assunto la nostra stessa carne. Attraverso la maternità di Maria è reso possibile il riscatto e l’adozione a figli. (Gal 4:5) La missione della donna è generare dignità.
- Paolo gode della cordiale ospitalità di Lidia. Questa pia commerciante di porpora è tra le donne che un giorno di sabato, a Filippi, ascolta Paolo. Il Signore le apre il cuore e viene battezzata assieme alla sua famiglia. Rinata, è coraggiosa. In nome delle sua fede e fedeltà al Signore ‘costringe’ Paolo ad abitare in casa sua. Il forte Paolo cede alla delicatezza, generosità e bontà di una donna. Ed è alla casa di Lidia che ritornerà dopo essere stato prodigiosamente liberato dalla prigione. (Atti 16:40) Anche lui, penso, provato e stanco, si rinfranca all’affetto di questa donna.
- A Corinto Paolo incontra Aquila e Prisca, abita presso di loro, e con loro lavora per il proprio sostentamento. Non li dimenticherà più. “Salutami Prisca e Aquila” (II Tim 4:19) “Vi salutano molto nel Signore Aquila a Prisca” (I Cor 16:19) Scrivendo ai Romani dice: “Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa (Rom 16:3) Prisca come Aquila! Non solo la stessa fede, ma lo stesso zelo e la stessa missione. Esempio stupendo per tutte le coppie: evangelizzare assieme cona la parola e la vita.
- Nel capitolo 16 della lettera ai Romani parecchie donne sono ricordate: Febe, Maria, Giunia, Trifena e Trifosa che hanno lavorato per il Signore, la carissima Perside madre di Rufo e anche sua – tanto è l’affetto che lo unisce a questa donna – Giulia e la sorella di Nereo (Cfr Rom 16: 1:15) E’ da notare che a queste donne Paolo riconosce l’apporto che hanno dato all’evangelizzazione. Di Evodia e Sintiche scrive: “Hanno combattuto per il vangelo assieme con me.” (Fil 4:2-3) Paolo, per quanto riguarda l’apostolato le uguaglia a se stesso. Ci può essere riconoscimento più qualificato e autorevole del contributo, in stile femminile, che la donna può dare in ogni comunità e chiesa?
- Scrivendo a Timoteo, Paolo gli ricorda la fede di sua mamma Loide e di sua nonna Eunice. (Cfr II Tim 1:5) E’ riconoscere l’importanza dell’educazione che comincia in famiglia. E’ assegnare un ruolo ai nonni. Il nostro tempo è caratterizzato dalla dedizione, affetto e tenerezza dei nonni.
Questi, e molti altri riferimenti a donne, sia negli Atti che nelle lettere. Fin dall’inizio le donne hanno avuto un posto e missione privilegiata: Maria, le ‘benefattirci’ di Gesù e dei discepoli, le donne sotto la croce. E, sorpresa delle sorprese, il primo annuncio della Risurezione è affidato a una donna. Sono immagine di tutte le donne di sempre e di ogni dove. Immagine di donne intelligenti e volitive, sognatrici e concrete, sensibili e zelanti, che alla chiesa, all’umanità e all’evangelizzazione hanno donato tutto se stesse e i loro talenti. Tra esse è da annoverarsi la Beata Teresa Ledokowska.
P. Giuseppe Inverardi- IMC.
(ndr.) / Un ringraziamento particolare ,nell'occasione, a p. Giuseppe Inverardi, missionario della Consolata attualmente operante a Bunju (Tanzania) al Consolata Missionary Centre.