Il Festival della canzone italiana di San Remo 2013, partito ieri sera, celebra il 63° compleanno della manifestazione canora più famosa al mondo, e lo fa con l’abito da povero che caratterizza il periodo corrente dell’Italia in recessione. Niente sfarzo, scenografie limitate al minimo sindacale, niente ospiti internazionali, a parte il coro dell’armata rossa.
Il messaggio è : niente sfarzo , siamo in recessione. Tutto sommato è rispettoso e corretto, da parte degli organizzatori, nei confronti degli italiani che, a gran fatica, anno appena pagato anche il canone.
In qualche modo Fabio Fazio rimedia e rimette in piedi un Crozza frastornato dalla reazione inattesa del pubblico. Il presentatore minimizza poi sull’accaduto, imputando i cori ad un paio di persone “conosciute”, in realtà non è quello che è successo.
Certo il palco dell’Ariston non è quello di Ballarò, e Crozza, sapendo di essere seguito da buona parte degli italiani, per la sua simpatia, poteva almeno prepare qualche gags inedita, senza ricorrere a quelle utilizzate los corso Martedì a Ballarò.
Passa così il primo “inciampo” di un Festival di San Remo 2013, al quale mancava il profumo delle salamelle sulla brace, per somigliare più ad un Festival dell’Unità che alla kermesse canora per eccellenza.
Questo, inoltre, sembra essere anche il Festival di San Remo dei misteri, rimarranno inspiegabili alcune esclusioni, la OXA in testa alla lista, non ammessa, e di gran lunga più performante di Chiara, che passa come la vincitrice destinata, paragonata a Mia Martini e Giorgia, con le quali ha in comune giusto l’immagine indicante quale ingresso utilizzare per accedere al bagno corretto, in caso di bisogno.
La qualità media delle performances e delle canzoni stesse è scarsa, mancano idee o forse sono stati scelti semplicemente gli artisti sbagliati.
“Geniale” l’idea di partire con due canzoni per ogni cantante, canto doppio, incasso SIAE doppia. Francamente parlare di incassare diritti TV dalla SIAE per le “opere” ascoltate ieri sera mi pare eccessivo.
Una boccata di ossigeno arriva con Toto Cotugno, “l’Italiano” fa ancora ettetto , udite udite, nostalgico della vecchia U.R.S.S., e che sale sul palco con il coro dell’armata rossa, forse i migliori in termini artistici e canori.
Un Festival di San Remo partito decisamente sottotono, con Luciana Litizzetto a caccia della battuta ad ogni costo, e sempre alla ricerca, di ricorsa, del suo posto sul palcoscenico.
Festival di San Remo, voto 6– e vediamo quasta sera cosa succede e speriamo che Fabio Fazio non riproponga imitazioni di Vespa….