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San Severo

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bombino

La zona vinicola


La zona vinicola del San Severo DOC si estende su un territorio posto a nord di Foggia, nell'omonima provincia, che occupa parte del Tavoliere e delle colline pedemontane del Gargano, dove però il famoso promontorio è escluso dalle coltivazioni.

Si tratta di una zona di transizione tra il settore pedemontano appenninico e la famosa pianura definita Tavoliere di Puglia. Si tratta di colline di pendenza dolce, generalmente attorno al 5%, geologicamente conosciuta come Formazione della Daunia, costituita da rocce sedimentarie marine o continentale che si sono depositate nelle varie ere e geograficamente sparse. Sotto lo strato superficiale se ne distinguono diversi per natura geologica, di cui il più antico è composto da argille e marne, di diversi colori oppure siltose grigie che hanno alternanze scistose, arenarie e molasse. In questa zona peculiare il terreno è spesso soggetta a frane. L'area in questione si è formata tra il Peleogene e il Miocene. La Formazione della Daunia vera e propria invece è formata da vari strati di marne, a tratti miste ad argille dal grigio-verde al giallo, alternati a strati

bentonici bianchi, calcareniti e calciruditi torbiditiche. Forte anche la presenza di scisti argillosi e

argille di vari colori. Una caratteristica importante della Formazione della Daunia è la sua impermeabilità dovuta anche alla forte presenza di calcare per cui nel sottosuolo vi possono circolare numerosi torrenti che comunque, in parte assorbiti dall'argilla, danno vita a sostanze plastiche che poi originano i fenomeni franosi, che svelano in superficie gli strati argillosi. Questa parte della zona vinicola si è formata nel Miocene Inferiore. Poi vi sono aree dalla forte presenza argillosa colorata, di azzurro e grigio miste a marne grigie. Si tratta quindi di una geologia ricca di argilla, marne, calcari marnosi arenarie e calcareniti, spesso ridotte in limi. Qui vi è una forte presenza minerale di origine antica, dell'era dell'Olocene.

Questo tipo di conformazione favorisce uve resistenti all'umidità, capaci di assorbire minerali in forte presenza di argilla. Il clima è quello consueto della Puglia, caldo e secco, con belle estati lunghe e calde e inverni miti, ottimi per le uve meridionali.


I vitigni


Il Bombino bianco e il Trebbiano sono i due vitigni principali di questa denominazione in bianco, anche se il disciplinare consente una leggera mescola con altre uve locali bianche, in particolare Malvasia Bianca e Falanghina, anche se queste ultime due possono essere utilizzate come monovitigno.

Il Bombino Bianco è una delle uve principali della Puglia, coltivata anche nel resto del Meridione continentale e in alcune aree del centro, in particolare nel Lazio, nelle Marche, in Abruzzo e in Emilia-Romagna.

In Abruzzo è il Trebbiano d'Abruzzo, meno acido del vero Trebbiano. Si ritiene sia di origine spagnola anche se presente nella nostra penisola dai tempi antichi. Matura tardi e rende molto, ma fornisce purtroppo in genere dei vini piatti. I grappoli sono medi, cilindrici e alati ma con acini molto grandi dalla spessa buccia.

I suoi vini sono dipendenti dalle rese che devono essere limitate notevolmente per ottenere delle discrete qualità. Per questo spesso, in particolare in passato, venivano utilizzati per il mercato tedesco, poco abituato a vini importanti. In passato era usato anche come forma di pagamento, tanto è vero che in Romagna viene conosciuto con i sinonimi di Pagadebit e Straccia Cambiale. Oggi alcuni produttori hanno iniziato a vinificare in qualità, con buoni risultati riscontrabili in particolare nel San Severo e altre DOC della Puglia settentrionale. Il vitigno si presta anche alla spumantizzazione e si può accostare a piatti di pesce anche importante, ai crostacei e alle zuppe, sempre di mare.

Il Trebbiano invece è l'uva più coltivata in Italia, anch'essa dalle alte rese e raramente di grande qualità, tanto da essere quasi sempre usata nel tagli per apportare quantità al vino.


San Severo DOC bianco


La denominazione di origine controllata San Severo DOC fu creata per decreto ministeriale già il 19 aprile del 1968 per autorizzare la produzione di vini bianchi, rossi e rosati nei comuni di San Severo

Torremaggiore San Paolo di Civitate in parte dei territori dei comuni di Apricena, Lucera, Poggio Imperiale e Lesina, tutti in provincia di Foggia.

Per quanto riguarda la produzione di bianchi, di nostro interesse in questo articolo, sono previste le tipologie bianco da vinificare anche frizzante e spumante assemblato con il 40-60% di Bombino Bianco e il 40-60% di Trebbiano bianco a cui si puo aggiungere un 15% massimo di altri vitigni bianchi. Poi vi sono le tipologie monovitigno Bombino bianco, Malvasia bianca di Candia, Trebbiano bianco e Falanghina, tutte con la presenza del vitigno menzionato per almeno il 15%.

Le rese possono essere al massimo di 16,5 tonnellate per ettaro per il bianco e di 14,5 per i monovitigno.


I produttori


Tra i produttori si segnala D'Alfonso del Sordo con il suo buon San Severo Bianco Posta Arignano, una miscela con il 50% di Bombino, il 40% di Trebbiano e un 10% di Verdeca. Minerale e fruttato, in bocca sapido e morbido, è ottimo con le seppie e piselli.




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