San Silvio

Berlusconi, martire dei giudici e dei comunisti, non sa più che pesci pigliare. Ha chiesto appoggio al PD ma gli è stato negato (apparentemente). Ha creato ad hoc un’operazione che mira, grazie all’incredibile solidarietà dell’universo giornalistico e politico, con particolare inclinazione verso il PD (in questo caso, non apparentemente), a far credere di essere un povero perseguitato politico. Operazione inesorabilmente mal riuscita (anche se c’è gente che ci crede). Purtroppo per Silvietto la legge Severino sembra un muro invalicabile. Una parete di vetro già vacillante da tempo ma che sta resistendo, almeno per ora, alle martellate e ai colpi di incostituzionalità pidiellini. Insomma Silvio era in agonia e rimane ad esserlo. Per molti il Cavaliere diventerà un altro Cesere Previti. Infatti fu proprio lui (Previti) dopo la condanna in Cassazione a 6 anni per corruzione giudiziaria nel caso Imi-Sir ad essere stato fatto decadere esattamente 14 mesi dopo la sentenza. Non c’è dubbio che il Caimano, vista la situazione attuale, punti per l’amnistia ma se essa non gli fosse concessa e vi sono tutti i presupposti per pensarlo, allora a Berlusconi rimarrà un’ultima carta da giocare. La canonizzazione (essere proclamati santi, per intenderci!). E se qualcuno obiettasse sul fatto che la canonizzazione sia la dichiarazione ufficiale della santità di una persona defunta, io ribatto dicendo: Berlusconi diventerà presto politicamente defunto. Almeno lo spero!