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Sandro Veronesi, A Viareggio abbiamo passato dei giorni belli, strani.

Da Paolorossi

A Viareggio abbiamo passato dei giorni belli, strani. [...] Del resto Viareggio in giugno è diversa: è aristocratica e languida, perfino esotica, come doveva essere durante i suoi fasti pre-bellici, quando Edda Ciano vi consumava le proprie irrequiete villeggiature, e gerarchi suinomorfi dai capelli impastati di brillantina trafficavano tra alcove e piscine, mentre gli eroi dell'anarchia sognavano di farli saltare in aria con quella famosa bomba-libero-tutti che in Italia non è mai scoppiata.

Certo, che ne so io di com'era Viareggio a quei tempi. Nulla. Però mi capita di immaginarla: l'aria, i colori e gli odori di allora, non so come ma mi par di ricordarli; e quando ci capito, in giugno, nel paradosso di queste giornate vuote e rarefatte, ma specialmente alla mattina presto, lungo la spiaggia con gli ombrelloni ancora radi, ho sempre la senzazione che riaffiorino da sotto le macerie del presente.

Come quando si incontra una donna anziana mai vista prima, e nel modo che ha di sorridere o di ritirare la mano dopo un saluto ci par di rivedere tutta intera la sua bellezza di mezzo secolo prima, che ovviamente non si è mai conosciuta.

[...]

( Sandro Veronesi, La forza del passato - pag.31 - Bompiani - 2000 )

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