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Sandrokan e la perla di labuan

Creato il 28 maggio 2010 da Lalelakatia

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Scusatemi, non ho scritto molto negli ultimi mesi, un po’ perchè soffro di pigrizia cronica, un po’ perchè eravamo in posti talmente belli che meritavano un’accurata descrizione in vero stile ” National Geographic ” e chi meglio dell’Ale sa farlo? Ma non preoccupatevi, ho avuto la giusta punizione per questo…non ho salvato i dati e tutto quello che avevo scritto è andato perso!! Quindi rimboccatami le maniche per la seconda volta eccomi di nuovo qui a raccontarvi le nostre scorribande. Come gia’ sapete a me piace tanto il racconto in stile demenziale, quindi dovete capire che non ero abbastanza ispirata nei mesi passati….ma ora ragazziiii, se dovessi scrivere tutte le cazzate che ho in mente, finireste di leggere il mio post tra circa una settimana!!
Ma andiamo con ordine…
Con molta eccitazione ci ritroviamo su di un aereo diretti verso un continente a noi sconosciuto, ovvero l’Asia. Prima tappa Singapore, patria del caldo umido, di quello che ti si appiccica addosso senza darti tregua.
Arrivati a Singapore capiamo subito che i singaporesi non scherzano in fatto di organizzazione, difatti in solo dieci minuti ci ritroviamo con un bollino in piu’ sul passaporto e con i bagagli in mano! Incredibile ma vero! Guardandomi intorno mi rendo conto che sono circondata da una miriade di orchidee, giganti, bellissime ed inizio ad urlare: ” maroooo’ Lale, guarda quel dendrobium, il gambo è lungo quanto il mio braccio…e guarda che coloreeee, cosi’ non l’avevo mai visto prima!!” Potete immaginare la risposta, neanche tanto educata!

la principessa delle orchidee

la principessa delle orchidee

Ma solo dopo prestiamo attenzione a tutta la gente che ci circonda e in un attimo prendiamo coscienza che la maggior parte parla un linguaggio a noi incomprensibile…simile al linguaggio dei klingon!
La prima cosa che mi viene in mente è pormi a loro dicendo: ” veniamo in pace” e perchè no, gia’ che ci siamo vestiti da capitano Kirk e dr Spock….alla ricerca di nuove civilta’ evolute!!
Accusato il colpo ci dirigiamo un po’ disorientati all’uscita e non appena si aprono le porte ecco che saggiamo per la prima volta ” il vero caldo equatoriale ” e credetemi, l’aria di un phon puntato in faccia è sicuramente piu’ fresca.
Andiamo alla ricerca della guest house e come volevasi dimostrare, nonostante avessimo tutte le indicazioni necessarie per trovarla…ci perdiamo e credetemi perdersi a Singapore con gli zaini in spalla è una tragedia! La temperatura corporea percepita puo’ tranquillamente superare i 40 gradi, per non parlare poi dell’umidita’…per un momento ho pensato di morire.
Trovata la guesthouse corriamo alla scoperta di questo popolo, ed essendo la nostra prima volta in Asia, ci sentiamo eccitati e spiazzati allo stesso tempo. Passiamo inizialmente il nostro tempo a passeggiare per strada osservando… e notiamo che i giovinastri qui , con i loro ciuffi spiaccicati, sono tutti tendenzialmente ” emo ” e sembrano uscire tutti da un video dei Tokyo Hotel o da un fumetto manga.
Dopodichè spendiamo il resto delle nostre ore barricati nei centri commerciali, proprio come gli anziani, ad una temperatura che si aggira attorno ai 20 gradi sotto zero!! Ci sembrava addirittura di sentire i consigli di studio aperto! La popolazione è formata da un miscuglio di razze e finalmente capiamo come abbia fatto Steve Jobs a sfondare con il mercato degli iphone…qui tutti ne hanno uno e non smettono mai di usarlo…si guardano addirittura i film nei loro tempi d’attesa!! Una volta ci è stato impossibile chiedere informazioni alla gente che passava, poichè tutti erano impegnati in conversazioni telefoniche ( e gli unici al quale è stato possibile chiedere, ovviamente non parlavano inglese!). Facciamo amicizia con una ragazza svizzera tedesca e insieme decidiamo di scappare momentaneamente dalla citta’, nell’attesa di prendere il nostro prossimo volo per Bangkok ( prenotato mesi e mesi prima! Azz!). Quindi dopo mesi di Ande, di vento patagonico e di pecore neo zelandesi, cosa c’è di meglio di un bel bagno al mare? La candidata per i nostri giochi acquatici e per le nostre chiappe al vento sembra essere un’isoletta della Malesia chiamata Palau Tioman, che non è lontanissima e sembra anche bella.
Arrivati alla citta’ piu’ vicina all’imbarco per Tioman, ci rechiamo a comprare i biglietti per il traghetto e con nostra sorpresa scopriamo che abbiamo scelto il periodo meno adatto per visitarla, difatti ci viene detto che l’isola è al completo. Con tanto di mandibola spalancata e occhi a boccetta esclamiamo ” come al completo???” Gia’ dovete sapere che a Tioman in quei giorni, oltre al flusso di gente proveniente da Singapore per il weekend, oltre alle gare sportive a livello agonistico di adolescenti ed al solito turismo di routine, c’era pure il loro re!
Porca miseria, ci mancavano solo quelli ” dell’isola dei famosi ” ed eravamo a posto!
L’avvoltoio dell’agenzia ci propone un alloggio nella parte meno popolata e noi mestamente accettiamo e ci imbarchiamo. Durante il tragitto, circondati da una truppa formata da scolaresche malesi, ci godiamo un film tipico malese, dove gli attori oltre ad urlare come dei pazzi e darsi botte da orbi, entrano in scena sempre volteggiando per aria. Altro che Chuck Norris, loro si che sanno dare dei veri calci volanti! Poi sara’ per tutto il rumore che abbiamo attorno, sara’ per via della lingua che non capiamo ma l’unica cosa che riusciamo a sentire è il rumore di tutti gli schiaffoni che si danno e quanti poi! Ma ecco che alla mia mente tornano vecchi ricordi lontani, di quando ero bambina e ascoltavo ininterrottamente la canzone di sandokan, ” la tigre della Malesia “. Pensate che ero talmente ossessionata da lui che, durante un carnevale, ho visto uno che vestiva i suoi panni ed mi ricordo che ero talmente emozionata che mi mancava il fiato! Ancora adesso ho dei forti dubbi…era forse lui?
Arrivati all’isola sono all’oscuro del fatto che dovro’ nuovamente affrontare la mia celebre fobia…il mare aperto. Difatti, una piccola barchetta si fara’ carico di portarci un po’ piu’ a sud, tra lampi e saette che si scorgono in lontananza, dove si trova il nostro bungalow…io all’inizio mi rifiuto categoricamente….alla fine accetto rassegnata. Per tutto il viaggio rimarro’ con la testa tra le ginocchia e l’Ale oviamente ne approfitterà per prendermi per il culo!
Passeremo una settimana su di quest’isola, bella ed ancora a misura d’uomo, cicondati da mare turchese, jungla, scimmie, varani e altre bestie strane non identificate. Faremo conoscenza di una simpatica ” prof ” alternativa di nome Daniela e con lei passeremo piacevoli happy hour sulla spiaggia a goderci il tramonto.

lost in paradise

lost in paradise

attenzione!! attraversamento varani

attenzione!! attraversamento varani

Ma il nostro volo aereo da Singapore ci ricorda che abbiamo una scadenza quindi con un po’ di nostalgia lasciamo l’isoletta.
Ma ecco l’imprevisto…sapevamo che a Bangkok non tirava una bella aria, ma mentre il povero Ale è nelle mani di un medico che cerca di curargli un’otite fortissima, io me ne sto mollemente spaparanzata su di una poltrona leggendomi un quotidiano in lingua inglese e apprendo che la situazione è degenerata!
Il punto è ” che fare? “. Decidiamo di recarci ugualmente nella capitale con la promessa di spostarci subito dopo in una zona piu’ tranquilla e porca miseria, avessimo mai ascoltato l’ufficio del turismo, il quale prontamente ci consiglia una localita’ non troppo distante…Pattaya…piu’ che una citta’ sembra un bordello a cielo aperto! Visti i prezzi, altissimi per le nostre tasche, e visto che attorno a noi vediamo solo vecchi panzoni con adolescenti al loro cospetto decidiamo di recarci immediatamente alla stazione dei bus di Bangkok….prossima tappa , le isole del sud!!
Nell’attesa ci rifocilliamo con bibite fresche e cibo thailandese.
Breve nota culinaria: Il cibo thai è molto buono e ricco di verdure, pesce, carnee spezie e diciamo anche che tende di norma al piccante, quindi se un thai prima di servirvi la vostra pietanza vi chiede: ” Piccante? ”
ponetevi un dubbio…io non l’ho fatto e ne ho pagato le conseguenze. A tale domanda ho risposto il corrispondente di : ” Ma si va la’, perchè no?” . E dopo le prime forchettate l’Ale mi chiede: ” Allora, com’è? Picchia?” Ecco che all’improvviso inizia il mio viaggio psichedelico… il rumore attorno a me si smorza, i colori diventano di un vivace sgargiante e prendo contatto con il mio io piu’ profondo…il tutto avvolto dalla mitica ” In a gadda da vida ” degli Iron Butterfly, padri della musica psichedelica.
questi:

Tornata bruscamente alla realta’ con gola in fiamme e lacrime che scendono dagli occhi…e anche dal naso… alla domanda rimasta insoluta rispondo…” igaaaa, se picchiaa! “. Per le due ore successive rimarro’ con le labbra come quelle della Morich!
Ora vi sto scrivendo da Krabi e mentre stiamo imprimendo le nostra ” sacra sindone ” sul lenzuolo stiamo meditando sul da frasi, quindi in caso non doveste piu’ avere nostre notizie è perchè ci siamo totalmente liquefatti.
Lakatia


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