Si è da poco conclusa la seconda serata del Festival:di Sanremo 2016: si sono esibiti tutti i "big" anche se per definirli talidovrebbero avere una storia da raccontare e non tutti ce l'hanno, o per lo meno, quella che hanno da raccontare ha troppo poco a che fare con la musica.
Per fare una disanima delle prime serate, al di là degli ascolti che hanno premiato, per la seconda volta consecutivamente, lo stile sobrio ed elegante di un consumato Carlo Conti sulla falsariga del più classico Pippo Baudo, abbiamo chiesto l'aiuto di un professionista addetto ai lavori, Marco D'Angeli, consulente di strategie di comunicazione e voce dei Radiostar, gruppo torinese che si definisce Bastard Pop Band e che da oltre 15 anni fa ballare un pubblico da 0 a 99 anni in tutto il Nord Italia.
Sanremo è sempre Sanremo, alla faccia dei detrattori sono sempre di più, anche grazie ai social media, le persone che seguono il festival e, in tempo reale lo commentano. Raccontaci il tuo rapporto con Sanremo.Io ho un rapporto storico con Sanremo e con tutte le manifestazioni "nazional- popolari" in genere. I motivi sono tre, il primo è che questi eventi descrivono una società, nel bene e nel male. Il secondo motivo è che chi si occupa di comunicazione e pensa di fare lo snob ignorando Sanremo sbaglia l'approccio al suo lavoro: lì c'è il pubblico delle aziende che mi pagano per le mie consulenze. Il terzo motivo è la mia idiosincrasia per lo snobismo intellettuale dei musicisti, per cui a Sanremo c'è solo immondizia, dimenticando che tutti gli artisti italiani di qualsiasi genere sono passati di lì e che artisti internazionali, ad esempio Jimmy Page e Robert Plant, ci hanno suonato.
Abbiamo visto tutti i big ed alcune nuove proposte, vogliamo un giudizio da addetto ai lavori, ma non solo, vogliamo sapere che cosa hai pensato vedendo la kermesse e non avere paura di essere troppo tagliente.È presto per dire alcune cose, i pezzi vanno ascoltati meglio e nella versione incisa perchè quella con l'orchestra è sempre diversa, tuttavia alcune perplessità le ho: alcuni cantanti sono "big" senza motivo, sarà per l'emozione, ma molte interpretazioni non sono sembrate così significative, altri artisti, da un passato importante mi sono sembrati fuori luogo, prima tra tutti Patty Pravo, infine, la ricerca esasperata del colpo ad effetto o del look ha combinato spesso disastri, vedi l'abito di Arisa o il domopack della Dello Iacovo; la trasgressione è ben altra cosa.
Che cosa vorresti vedere o rivedere e che cosa manderesti a casa senza rimpiantiEzio Bosso. Un concentrato di poesia, sensibilità e potenza.
Da Sanremo emerge uno spaccato di Italia in cui ti rispecchi o semplicemente vanno in gara solo i raccomandati?Emerge uno spaccato che, tendenzialmente ci rappresenta, anche se è pieno di persone che ritengono i fans di Sanremo dei minorati culturali. Nel mondo musicale ho letto i commenti più acidi e invidiosi e non capisco il motivo.
Sanremo è come qualsiasi altro momento della vita, a volte ci meritiamo il successo, a volte no, a volte abbiamo sfortuna. Bisogna guardalo con leggerezza, è solo uno show che guardiamo dentro un elettrodomestico.
Sei pronto per la finale di sabato? Pronostici?Innanzitutto ho un problema, Sabato mi perderò l'inizio perchè prima guardo Juventus-Napoli, ma mi consolo perchè dopo Sanremo mi guarderò l'All Star Game NBA.
Poi spero il prossimo anno di farvi l'inviato da Sanremo, e non vedo l'ora di mettermi lì, la sera della finale e raccontare con i miei commenti inutili e non richiesti qualcosa sui social.
E poi tanto si sa già che ha vinto Ruggeri.