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Sanremo, dopo accusa Corte dei Conti si riaccende polemica sui compensi

Creato il 13 febbraio 2014 da Digitalsat

Sanremo, dopo accusa Corte dei Conti si riaccende polemica sui compensiIl faro acceso dalla Corte dei Conti sui costi di Sanremo, in particolare nel periodo 2010-2012, riapre la polemica sull'esborso della Rai per il festival, in particolare per i cachet di conduttori e ospiti, e in generale sulla trasparenza dei compensi. La Corte ha certificato che il buco di Sanremo ha superato i 20 milioni in tre anni, a riprova che la kermesse è pagata con i soldi del canone. Da ora in poi potremo sbugiardare chiunque dirà che al Festival gli artisti sono strapagati perchè la Rai ci guadagna. Compreso Giancarlo Leone che, dati alla mano, si conferma come il peggior direttore di rete della storia», attacca la Lega Nord con Davide Caparini. La Rai, afferma Adriana Poli Bortone, portavoce del Movimento per Alleanza Nazionale, dovrebbe «pagare di meno i vip e regolarizzare i precari. Dare qualche euro in meno a Fazio e Littizzetto e dare a tanti ragazzi una speranza in più».

E l'Aiart chiede che «per tutti, compresi i conduttori e il superospite Ligabue, valga il principio della pubblicazione dei compensi». Puntuale come il festival, torna così il tormentone compensi. Bocche cucite, come sempre, a Viale Mazzini: non trovano alcuna conferma le indiscrezioni, già circolate lo scorso anno, sui 600 mila euro per Fabio Fazio e 350 mila per Luciana Littizzetto. A quanto si apprende, i costi per i conduttori e la parte artistica sarebbero comunque inferiori del 40% rispetto agli ultimi tre-quattro anni. Se nel 2009 fu lo stesso Paolo Bonolis a rivelare l'ammontare del suo cachet, un milione di euro, per l'intervento di Benigni si parlò di 350 mila euro (più l'accordo con la Rai per la cessione dei diritti dei suoi spettacoli).

Mai confermate anche le indiscrezioni circolate sui compensi di Antonella Clerici (500-600 mila euro), Gianni Morandi (900 mila e 800 mila euro, mentre nel 2012 700 mila andarono ad Adriano Celentano, tutti devoluti in beneficenza). Di retribuzioni Rai si è parlato oggi anche alla Camera. Rispondendo a un'interpellanza di Renato Brunetta (FI), il sottosegretario all'Economia Luigi Casero ha spiegato che il ministero ha chiesto i dati all'azienda entro il 31 marzo: in ogni caso non saranno indicati i nomi dei dirigenti, richiesti invece per i non dipendenti sopra gli 80 mila euro l'anno. «Il governo prende in giro il Parlamento e non rispetta la legge», è stato il duro commento di Brunetta.


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