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SANREMO. Luigi Bozzini, l’ultimo viaggio di un "ribelle di città".

Creato il 03 marzo 2015 da Agipapress

Virgigno Rognoni, Emanuele Gallotti e Luigi Bozzini

SANREMO. E’scomparso il 21 febbraio scorso a Sanremo Luigi Bozzini, geometra pavese che da giovane prese parte all’attività clandestina antifascista con il nome di battaglia “Alfa” diffondendo “Il Ribelle” pubblicazione fondata da Teresio Olivelli e gettando in naviglio i cartelli stradali per sviare i nazisti.
“Gesti che oggi possono apparire quasi banali – dice Mario Devoti uno dei fondatori del gruppo partigiano Sirio – ma che allora erano davvero rischiosi”. Questo il ricordo del professor Emanuele Gallotti vicepresidente nazionale dell’Apc, l’Associazione partigiani cristiani, un incarico condiviso anche dal defunto "ribelle" Bozzini “Quale ribelle di città come amava definirsi, già da ragazzo aveva iniziato a seguire le vicende dei soldati italiani impegnati nei vari fronti. “Avevo sedici anni quando cadde il fascismo - racconta Bozzini nell’autobiografia - e avevo vissuto i giorni tragici che seguirono alla dichiarazione dell’armistizio”. Fu arrestato per delazione nei primi giorni del 1945 e trasferito a Villa Triste, denominazione del quartier generale dei nazifascisti nei pressi di piazza Castello, quindi passò a San Vittore e da lì fu trasferito al lager di Gries-Bolzano. Deportato nel sottocampo di Val Sarentino (Matricola 9695 – Triangolo rosso, simbolo che distingueva i prigionieri politici dagli altri gruppi: ebrei, omosessuali, zingari o delinquenti comuni), viene liberato il 29 aprile dello stesso anno. Dopo la morte del professor Enrico Magenes, fu nominato presidente provinciale dell'Aned, l’Associazione nazionale ex deportati di cui era anche consigliere nazionale.
Da anni, ricopriva con me, la carica di vicepresidente nazionale dell'Apc – Associazione partigiani cristiani, federata alla Fivl – Federazione italiana volontari della libertà. Aveva compiuto, il 24 gennaio scorso, 88 anni. Il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, promossa dal Comune di Pavia presso l'aula magna del Collegio Ghislieri, Bozzini ha reso omaggio a Ferruccio Belli tornitore della Necchi, e a Enrico Magenes figura di spicco della Resistenza cattolica pavese, entrambi componenti del 1° CLN di Pavia. Quel giorno, ha ricordato che, con i suoi amici Chiappini (deceduto di recente ndr.), Devoti, Massara e Tavazzani, partecipò alla Resistenza con l'aiuto di monsignor Luigi Gandini che distribuiva i volantini “da attaccare sopra i bandi di Graziani”.
Era molto attivo nelle scuole del territorio pavese, affinché la storia dei deportati non venisse dimenticata. Bozzini era sempre presente alle iniziative promosse dall'Apc. Lo ricordo partecipe ai pellegrinaggi da me organizzati ad Hersbruck, in Baviera, nel cui lager trovò la morte Olivelli il 17 gennaio 1945. 
Un ultimo particolare: prima di ripartire per Sanremo, ove trascorreva con la moglie gran parte della stagione invernale, mi aveva telefonato,  non avendomi visto al Ghislieri per la Giornata della Memoria. In quell'occasione, mi aveva espresso le sue ansie circa il passaggio del testimone della presidenza dell'Aned provinciale. Personalmente ho approfittato per chiedergli se si fosse prestato a leggere “La Preghiera di beatificazione” del Servo di Dio Olivelli a conclusione di una serata in suo ricordo, programmata presso il salone San Francesco della parrocchia omonima, in programma per il prossimo 9 marzo. Aveva aderito con entusiasmo al mio invito, aggiungendo che, al suo rientro, mi avrebbe portato alcuni interessanti documenti. Purtroppo, l'incontro preannunciato non avverrà più. Un particolare: la mattina della sua scomparsa mi trovavo casualmente anch'io a Sanremo. Sentivo un forte desiderio di telefonargli e sono molto dispiaciuto di non averlo salutato. I funerali sono stati celebrati a Pavia presso la chiesa di Santa Maria del Carmine dal parroco, monsignor Daniele Baldi che nell'omelia ha ricordato, con tanto affetto, i momenti salienti della esemplare vita di quest’uomo. La chiesa era gremita di parenti, amici, estimatori e autorità, tra cui il sindaco di Pavia Massimo De Paoli, l’onorevole Virginio Rognoni, il senatore Tullio Montagna, il dottor Antonio Sacchi, il professor Giulio Guderzo, il professor Pietro Angelo Lombardi, il maestro Giacinto Cavallini. Spiccavano, tra gli altri, gli stendardi dell'Aned e dell'Apc. Di Olivelli, ogni qualvolta fosse necessario, leggeva con tanto trasporto la preghiera “Facci liberi”, nota come la “Preghiera del Ribelle”. Quando, il 23 febbraio 2006, promossi un convegno all'Università Cattolica di Milano in ricordo di Olivelli, prese la parola suscitando tanta ammirazione tra i presenti.
Luigi Bozzini lascia la moglie Giuliana, con Silvia, Luca e Andrea, Giovanni e famiglie, la sorella Paola, i nipoti. Merita di essere segnalato il fatto che, prima della sua scomparsa, il tenente Francesco Brandolini dell'Unuci di Pavia e Raffaele Morini, presidente nazionale dell'Apc, hanno segnalato al Ministero della Difesa anche il suo nominativo per aver preso parte alla Resistenza contro i nazifascisti. E' molto probabile che, in occasione delle celebrazioni del prossimo 25 aprile, gli venga conferita alla memoria un apposito riconoscimento”.

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