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A pochi Km da Varese, adagiato proprio dietro alla collina della confinante Azzate, sorge Brunello un piccolo paese del varesotto di poco più di 1000 anime. All’ ingresso del paese, un viale alberato che sembra portare solo a profumati prati ed invece conduce ad una piccola basilica solitaria lontana dal centro abitato che, nelle giornate limpide, regala un meraviglioso scorcio sul monte Rosa ed il lago di Varese : la chiesa di Santa Maria Annunciata.
La leggenda narra di San Carlo, nel 1574, che in groppa al proprio destriero durante una visita pastorale, transitò in zona e chiese di dissetarsi e rinfrescarsi. Il suo cavallo con un colpo di zoccolo smosse una zolla di terra da dove uscì un rigagnolo di acqua fresca. Col lavoro dell'uomo, si costruì sopra una fontana che esiste tuttora, detta “ul funtanin da S. Carlu”.
Non vi sono dei documenti ufficiali che confermino la fondazione della chiesa, gli esperti datano però la sua costruzione tra il 1200 ed il 1300, quando si dice che all’ interno del territorio della famiglia feudataria Bossi d’ Azzate esistesse un convento di religiosi riconducibile all’ordine degli Umiliati, che ospitava una casa con annessa la chiesa parrocchiale in cui erano sepolti i membri della nobile famiglia.
L’interno della basilica è ad aula unica, in stile lombardo-gotico, e vi sono conservati affreschi del Quattrocento che rappresentano un Giudizio Universale,; la Santa Vergine con Gesù Bambino e Santa Caterina d’Alessandria, un polittico del Cinquecento e una deposizione del Seicento.
Tali preziosi affreschi furono tuttavia rinvenuti al di sotto di una abbondante strato di imbiancatura a calce solamente a metà degli anni 30 per opera dell'allora parroco, che volle dare un rinfrescata alle pareti scoprendo i dipinti. Si pensa che la cance fu utilizzata al tempo come disinfettante al fine di sconfiggere definitivamente la peste che colpì la zona nel 1576.
A fianco della chiesa, oltre all’ex–convento degli Umiliati e un piccolo Museo che espone lampade del XVI secolo, uno stendardo del cardinale Federico Borromeo, i documenti relativi ad alcune visite pastorali e nel prospicente giardino la statua intitolata “la Madonna della pietà” dello scultore Vincenzo Pizzolato.
Marco Boldini.
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