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Santa Maria in Cosmedin. Una delle chiese più antiche di Napoli

Creato il 19 ottobre 2015 da Vesuviolive

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Il suo nome deriva dal termine greco kosmidion, che significa “ornamento”, eppure oggi di ornamenti, in questa chiesa, ne sono rimasti davvero pochi. Santa Maria in Cosmedin è situata nel quartiere di Portanova, non lontano da piazza Mercato e corso Umberto I. Secondo una leggenda fu fondata nel 290 d. C. da Costantino, il primo imperatore romano cristiano, prima ancora che egli diventasse imperatore d’Oriente e d’Occidente e promulgasse l’editto di Milano. Le prime notizie sulla chiesa risalgono però all’ottavo secolo, molto probabilmente la sua costruzione fu successiva all’Augusto.

SAN ANTONIO - ENERO

Antonio M. Zaccaria istituisce i tre Collegi paolini: Barnabiti, Angeliche e Laici:

Probabilmente, all’inizio, fu frequentata da fedeli di origini bizantina poiché per lungo tempo nel complesso si mantenne la tradizione di celebrare le messe in lingua greca. Ai piani superiori alloggiarono numerosi sacerdoti e il vescovo Eustazio, che era venerato dai Barnabiti. Questi ultimi presero possesso della struttura nel XVII secolo. Chiamati così poiché provenienti dalla chiesa milanese di San Barnaba, i padri della congregazione dei chierici regolari di San Paolo cercarono, arrivati a Napoli, di installarsi nella chiesa di sant’Arcangelo agli Armeri, fu invece concessa loro la chiesa di Santa Caterina Spina Corona. Nel 1609 si trasferirono nella basilica di Santa Maria in Cosmedin. Dell’edificio originale era però rimasto ben poco, così i preti restaurarono il complesso ponendo le basi barocche che possiamo ammirare ancora oggi. Napoli all’epoca era divisa in cinque grandi regioni, Capuana, Nido, Montagna, Porto e Portanova, ognuna delle quali possedeva il proprio seggio, ossia un luogo dove si riunivano le nobili famiglie del quartiere. Nello slargo della chiesa di Santa Maria in Cosmedin si trovavano il seggio di Portanova e i palazzi delle due famiglie più importanti del luogo: i Bonifacio e i Mormile. A dare queste informazioni sono i barnabiti stessi: “La chiesa de Santa Maria in Cosmodin comunemente detta di Porta Nova è posta al centro di questa città verso la marina da quella però alquanto discosta; è congionta al seggio di Porta Nova, uno de’ cinque seggi, cioè luoghi, dove si congregano li nobili di Napoli, né quali cinque seggi è divisa quasi la maggior parte della nobiltà napoletana, da’ quali cavalieri del seggio di Porta Nova s’è havuta detta chiesa”. Questa descrizione fa anche capire quanto questo complesso religioso fosse importante all’epoca per gli aristocratici napoletani.

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chiesa di Santa Maria in Cosmedin

Con il passare del tempo, la chiesa subì diverse modifiche architettoniche che trasformarono ulteriormente la facciata e gli interni. Purtroppo però oggi nessuno di questi cambiamenti può essere ammirato poiché il complesso è chiuso da oltre un secolo. Muffa, polvere ed escrementi di piccione regnano incontrastati nei reparti interni. Tele e ornamenti sono stati trafugati, così come una parte dell’altare, le statue, i marmi e le fonti battesimali. Non è stata risparmiata neanche una vasca sacra d’epoca romana. Ciò che rimane di una delle più antiche parrocchie di Napoli è un crocifisso di legno a cui però sono rimaste attaccate solo le braccia e un piede del Cristo. Nonostante la chiesa sia stata inserita nel progetto di recupero e rivalutazione del centro storico dell’Unesco, non è tornata ancora al suo antico splendore.

Fonti: Battista Pacichelli, “Il Regno di Napoli in prospettiva diviso in dodeci provincie”, Napoli, Michele Luigi Mutio, 1703; Francesco Luigi Barelli, “Memorie della congregazione de’ chierici regolari di San Paolo”, Bologna, 1707; Emilio Ricciardi, “Arte lombarda”, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2002; “Napoli, crolla S. Maria in Cosmedin la più antica parrocchia della città” in “Il Mattino”, Marzo 2010.

Questo articolo fa parte della rubrica “Le chiese di Napoli“.


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