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santo gra

Da Guchippai
santo grasono andata a vedere questo film non perchè ha vinto il Leone d'Oro all'ultima edizione del Festival del Cinema di Venezia, ma perchè m'incuriosiva l'argomento, ovvero il Grande Raccordo Anulare di Roma. adesso lo so che faccio l'antipatica come al solito, ma la mia reazione è stata: mah. intanto vorrei sapere: se è un festival del cinema, perchè hanno premiato un documentario? che mi sembra una domanda legittima e non una questione di lana caprina. mi chiedo anche se non c'era assolutamente niente di meglio in concorso, perchè francamente se questo è il meglio, tremo al pensiero delle altre pellicole... che poi, messa così, sembra che questo Santo Gra mi abbia fatto schifo: non è così, però non sono nemmeno uscita dal cinema in un particolare stato di esaltazione. il problema è che non riesco a decidere se ho visto un lavoro onesto e sincero o un lavoro furbetto. il Raccordo Anulare ci viene raccontato in maniera trasversale, ovvero mostrandoci alcune persone che abitano in quella zona (zona che è molto ampia, questo va precisato, anche se penso che chiunque lo sappia), e così ci sono le puttane, il nobile non si capisce quanto decaduto, il pescatore di anguille legato alla tradizione (ma sposato a un'ukraina), il botanico preoccupato per la salute delle palme, l'infermiere con la madre affetta da demenza senile che si consola in chat, un padre querulo e una figlia molto paziente, ecc. e alla fine sì, uno realizza che intorno al Raccordo Anulare l'umanità è varia ed eventuale, che ci sono grandi miserie e grandi nobiltà, ma questo non vale forse per ogni angolo del mondo? mah.

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