L’ edizione 2011 della Fiera del Tartufo, tenutasi ieri ad Asti, è stata funestata da un “raid” della Guardia Forestale dello Stato la quale, tra lo stupore generale, non ha esitato a elevare (salatissime) sanzioni agli espositori rei di non aver apposto i cartellini con le informazioni di provenienza ed il nome in italiano e latino dei tartufi in vendita. Una serire di controlli a sorpresa che hanno costretto molti cercatori di tartufi impegnati nell’esposizione a tornare a casa, fare incetta di documenti che provassero la genuinità dei loro prodotti e infine vedersi rifiutata comunque qualsisasi contrattazione. Altri commercianti sono letteralmente rimasti basiti di fronte ai provvedimenti della Guardia Forestale, altri hanno protestato, altri ancora sono stati colti dal panico. Un episodio che ha creato turbamento anche tra i consumatori ed i presenti alla manifestazione, i quali hanno avuto- di conseguenza- la sensazione di trovarsi ad un’esposizione di truffatori e commercianti poco trasparenti. E
Scatta dunque, proprio in seguito a questo “marasma”, la mobilitazione del mondo politico astigiano. Il consigliere comunale PdL Rosanna Valle ha presentato oggi un’interrogazione in Consiglio Regionale per fare chiarezza sui fatti e capire a cosa vanno incontro ora i cercatori di tartufo sanzionati.
“Per usi e tradizioni secolari”, si legge su un comunicato della consigliera astigiana, “la vendita di tartufi avviene senza l’apposizione di simili cartellini, in quanto il prodotto è sicuramente noto e riconoscibile dai frequentatori di queste manifestazioni, peraltro intitolate e appositamente dedicate a questo prestigioso fungo ipogeo che nasce sulle colline e nelle vallate del Piemonte, le quali devono gran parte del loro prestigio e della loro fama al tartufo”.
Un’interrogazione “per sapere quali azioni si intendano intraprendere, a livello tecnico, politico e legislativo, per evitare che in futuro manifestazioni analoghe possano essere turbate dagli effetti di una solerte azione di vigilanza e di controllo che, sicuramente nel pieno rispetto della legalità, punta alla verifica di aspetti formali e non sostanziali della normativa, arrecando profondi disagi ai cercatori di tartufi senza nel contempo favorire, come sarebbe invece opportuno che avvenisse, la sicurezza dei consumatori”.
L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai consiglieri regionali Marco Botta (Pdl) e Giovanni Negro (Udc).