La stagione 2011/2012 appena conclusa rappresenta il primo Periodo di Monitoraggio ai sensi della normativa dello UEFA Financial Fair Play. In conseguenza di ciò i risultati che verranno riflessi nei bilanci in approvazione hanno già valenza ai fini della verifica del rispetto del requisito del “Break-even” che, ricordiamo, non può superare un deficit cumulato di 45 milioni di Euro nel triennio 2011/2014.
I primi due anni di applicazione della normativa hanno delle peculiarità per consentire l’entrata a regime del sistema.
Innanzitutto si terrà conto – prima di erogare delle sanzioni – della tendenza dei conti del Club: qualora il criterio non venga rispettato formalmente ma sia dimostrato che la società ha concretamente iniziato un percorso di miglioramento, le sanzioni non saranno automatiche o, comunque, potranno essere mitigate/sospese. In particolare sarà possibile, sempre sul presupposto che il miglioramento sia in atto, non considerare ai fini della riclassifica dei bilanci i costi dei giocatori i cui contratti sono stati stipulati prima del Giugno 2010.
Molte squadre si trovano nelle condizioni di avere tuttora dei deficit di bilancio che superano e verosimilmente supereranno la soglia consentita (il limite dei 45 milioni di Euro prescinde, infatti, da interventi sul capitale degli azionisti nel senso che anche se questi ci fossero la società di calcio verrebbe comunque sanzionata).
Dalle analisi fatte in sede UEFA (e l’Italia, purtroppo, non brilla in questo senso) il problema principale del calcio europeo è indubbiamente l’alto costo dei salari dei calciatori. Concentrandosi solo sulle cosiddette Big-5 (Premier League, Bundesliga, La Liga, Serie A e Ligue 1) il peso medio del costo del personale sul fatturato è del 66%, con però oscillazioni che vanno dal 55% della virtuosa Bundesliga al 75% della Serie A e della Ligue 1.
Fonte: Rielaborazione su dati Deloitte Football Money League 2012
Nonostante siano in corso tentativi di introdurre delle limitazioni a tali costi (Salary Cap), tali iniziative sono ovviamente difficili da implementare nel breve periodo anche perché per essere efficaci dovrebbero essere applicate in tutti i paesi UEFA; differentemente, si creerebbero degli squilibri fra i campionati.
Le squadre che non intendono rinunciare ad utilizzare la propria capacità di spesa, perché di proprietà di soggetti che non hanno problemi di investimento e vogliono imporsi sul mercato europeo (si pensi, in particolare, a Manchester City e Paris Saint-Germain), stanno quindi cercando delle modalità di aumento dei ricavi che consentano loro di rispettare (o tendere rapidamente verso) il requisito del pareggio di bilancio senza però dover variare la propria politica di attrazione dei giocatori più quotati.
In linea generale, il calcio europeo è fortemente dipendente dai Diritti TV, che arrivano a rappresentare il 35% dei ricavi.
Fonte: FIGC – Report Calcio
Questo il quadro di riferimento generale in cui si muove il sistema calcio in Europa.
Che sta cercando tutta una serie di contromisure (sia sul versante dei costi, che sulla diversificazione dei ricavi) ma non in maniera omogenea. Qualcuno sta forse sottostimando il reale rischio di sanzioni da parte della UEFA, oppure ritiene di poter “negoziare” delle deroghe più o meno ampie.
In realtà la UEFA sembra molto determinata nel suo percorso e sta mandando segnali concreti un progressivo irrigidimento. In un’intervista apparsa sul Daily Mail lo scorso mese di Aprile 2012, il Direttore degli Affari Legali UEFA, Alistair Bell, è stato molto chiaro confermando che:
(…) gravi sanzioni si applicheranno ai club che supereranno il limite di perdita di GBP 36 milioni di oltre il 20 per cento.
In primo luogo, la UEFA costringerà tali i club a ritirare fino a cinque giocatori dalle loro liste di 25 per l’edizione 2013 della Champions League.
I casi di recidiva rischiano di essere inibiti dal partecipare alla Champions League dall’esercizio successivo.
Bell ha detto: “Le sanzioni devono essere sufficientemente efficaci e credibili per far rispettare le regole. Se non siamo in grado di applicazione del sistema, in un modo che rende fiera finanziaria Gioca una realtà, allora potremmo anche dimenticare.
Club che magari hanno fatto sforzi più seri ed effettivi per portare ordine in casa propria si aspettano le regole da applicare a coloro che non hanno fatto”.“Il sistema di sanzioni deve essere su misura per incoraggiare piuttosto che punire. Ma se alcuni club sono ignorano il sistema, avremo legittime richieste da altri a fare qualcosa al riguardo. Questo è un esercizio di bilanciamento che dovrà essere effettuato dal Panel (Club Financial Control Panel, ndr)”.
Ricordiamo che l’Assemblea UEFA di Istambul di marzo 2012 ha definito la progressione delle sanzioni da applicare alle violazioni del Financial Fair Play:
- richiamo
- multa
- trattenuta di parte dei ricavi derivanti dalla partecipazione alle competizioni UEFA
- deduzione di punti
- proibizione di inserire nuovi giocatori nelle liste UEFA
- restrizione del numero di giocatori che possono essere inseriti nelle liste UEFA
- la squalifica dalla competizione in corso
- l’esclusione dalle competizioni future